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Censura sulla pagina di Matteo Salvini: vietato scrivere "49 milioni"

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Oltre alla celebre 49 milioni, tra le parole oggetto di censura sulla pagina di Matteo Salvini ci sono Armando Siri, Legnano e Berlusconi.

Matteo Salvini approfitta di alcune funzionalità di Facebook per evitare argomenti scomodi. Sulla visitatissima pagina ufficiale del ministro dell’Interno infatti, non è possibile commentare i video in diretta utilizzando alcune parole inserite all’interno di una cosiddetta black list. Tra le tante, a destare maggiore curiosità è l’espressione “49 milioni“, in riferimento alla vicenda giudiziaria sui rimborsi elettorali che la Lega Nord avrebbe intascato tra il 2008 e il 2010.

Vietati anche Berlusconi e Siri

Ad accorgersi per primo delle nuove impostazioni social del leader della Lega è stato lo scrittore Massimo Mantellini, che sul suo profilo Twitter scrive: “Ho voluto provare e in effetti è vero. Se commenti sulla bacheca di Matteo Salvini “49 milioni” il commento viene blacklistato. Il massimo tecnologico che possa organizzare la famosa bestia”. Dove con “la bestia” viene fatto riferimento all’algoritmo ideato da Luca Morisi, fidato social media manager di Salvini, utilizzato per analizzare l’orientamento degli elettori social in modo da intercettarli politicamente.

49 milioni non è però l’unica parola ad essere entrata nella black list del Vicepremier Salvini. Stando ad un test effettuato da The Post Internazionale, tra i termini passibili di censura sulla pagina del ministro ci sono anche “Armando Siri” (il sottosegretario leghista indagato per corruzione), “Legnano” (cioè la città lombarda guidata fino a poco fa dal leghista Giambattista Fratus, indagato anch’egli per corruzione e turbativa d’asta) e ovviamente Berlusconi, l’ormai ex capo del centrodestra da sempre grossa gatta da pelare per il leader della Lega.

Come è possibile vedere, molte delle parole vietate sono collegate ad indagini giudiziarie, tematiche scomode di cui la dirigenza leghista preferirebbe forse non parlare, presentando così sui social un partito dalla fedina penale immacolata. Se infatti si prova a scrivere uno dei termini incriminati sotto una diretta di Salvini il commento non verrà pubblicato, rimanendo contrassegnato con un bollino rosso e accompagnato dall’avviso “Il tuo commento contiene una parola censurata”.

La fantasia degli utenti

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Una volta scoperto lo stratagemma leghista si è ovviamente scatenata la creatività degli utenti social, che hanno subito trovato decine di modi alternativi per scrivere l’espressione 49 milioni. Tra le molti esercizi di stile accettati dalla pagina di Salvini, poiché non rientranti nella black list, ci sono ad esempio “quarantanovemilioni”, “48 + 1 milioni” e “490 migliaia”.