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Umberto Bossi e la lussuria, l'intervista del '96

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Umberto Bossi e la lussuria: l'ex leader leghista si lascia andare in una intervista per Il Giornale di 23 anni fa.

Il sito dagospia.com ha (ri)pubblicato un’intervista fatta a Umberto Bossi dalla giornalista Maria Brunelli per Il Giornale il 7 agosto 1996. A quei tempi, la Lega Nord stava iniziando a riscuotere grandi consensi e il Senatùr era un personaggio molto in vista. Per questo Maria Brunelli chiese di poterlo intervistare. Le domande però non riguardavano l’aspetto politico ma era molto più personali, atte a conoscere il lato più umano (e peccaminoso) dell’ex leader della Lega. La giornalista sottolinea come gli abbiano comunicato in anticipo l’argomento dell’intervista: i peccati capitali e la lussuria in particolare.

“Non sono abituato a rispondere a queste domande”, si cautelò l’allora leader padano ma poi, rassicurato dal fatto che la lussuria è un sentimento caldo, per eccesso, si compiacque e stette al gioco. “Una volta, quand’ero ragazzo” -disse Bossi- “passeggiavo sul lungolago di Arona con il mio primo amore e passando davanti a un bar ho sentito un fischio di apprezzamento. Ci ho visto rosso e sono subito tornato indietro a chiedere spiegazioni. Il fischiatore ha fatto il furbo, ha tergiversato da vile e io gli ho mollato due destri che lo hanno steso knock out. Ero aggressivo, da giovane, e non so più quante volte mi sono picchiato per le ragazze. A poco a poco, in seguito, ho imparato a razionalizzare i miei impulsi”.

Bossi e la lussuria, l’intervista

Fu una svolta per lui la razionalizzazione degli impulsi perchè riuscì a trasformarli in grinta: “un uomo deve esser grintoso e in capacità di combattere contro tutto quello che sembra ingiusto”. La sua vita politica avrebbe tratto grandi benefici da questo cambiamento.

Bossi poi centra il tema dell’intervista rivelando che la lussuria ha un legame forte con la sua infanzia (felice) e l’odore del fieno. “I miei primi rapporti li ho avuti in campagna” raccontò ormai completamente disinibito “quando i contadini accatastavano le balle del fieno in cortile si formavano dei castelli di paglia, con corridoi, labirinti, passaggi segreti. Lì, ragazzotto, ho tentato i primi approcci con l’altro sesso, mi sono scambiato le prime effusioni”. Stando a quanto riportato dal sito dagospia.com, per Bossi la lussuria era semplicemente “allentamento dalla tensione, divertimento, calore”.

E il cuore? “Quello deve stare a casa al sicuro, perché quando il cuore è in pericolo io stacco la spina. Da giovane ho conosciuto l’amore passionale, assoluto, ero emotività allo stato puro, pelle viva. Basta, non ci voglio più ricadere”. Erano i tempi del “ce l’ho duro”, ma i sentimenti spaventavano anche lui.