Alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle dichiarano che l’intento della Lega era quello di portare il deficit al 3,5%. Lo hanno dichiarato all’Adnkronos alcune fonti di governo M5S: le divergenze sulla manovra nascevano proprio dalla volontà e dalla richiesta di Matteo Salvini di portare il deficit al 3,5%. Tali “divergenze” riportate dalla mozione della Lega celavano il desiderio di Salvini di imporre un suo uomo fidato al Mef.
M5S: la dichiarazione di alcune fonti
La richiesta di Matteo Salvini intendeva portare il deficit al 3,5%. Lo hanno riferirlo alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, secondo i quali i 5 stelle stessi “non erano pregiudizialmente contrari. Ma, di fronte alle possibili resistenze del Colle e del ministro Tria, Salvini ha prima dichiarato la volontà di rimuovere Tria e poi ha deciso di tentare di gestire in proprio la prossima manovra imponendo un suo uomo fidato al Mef” subito dopo il voto.
Tali fonti appartenenti al governo Movimento 5 Stelle hanno inoltre riportato i calcoli dei leghisti, per i quali sarebbero necessari 23 miliardi per il disinnesco delle clausole, altri 4-5 miliardi per le spese indifferibili, ancora 5-6 miliardi per la flat tax, al netto del taglio dei famosi 80 euro del bonus Renzi. Tirando le somme, il totale mostrerebbe una cifra compresa tra i 32 e i 34 miliardi. La manovra fatta tutta in deficit porterebbe quindi l’indebitamento al 3,5%, partendo da un rapporto deficit-Pil tendenziale per il 2020 all′1,8% dopo l’assestamento -che pure comprende l’aumento dell’Iva e che stima una crescita pari allo 0,7%. Gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno svelato le divergenze sulla manovra leghista.