> > Segretario della Lega di Lecce si scaglia contro Liliana Segre

Segretario della Lega di Lecce si scaglia contro Liliana Segre

rodelli segre

Riccardo Rodelli scrive un comunicato in cui dice la sua sulla creazione della commissione Segre: "l'estorsione perfetta".

Il segretario della Lega Salvini premier di Lecce, Riccardo Rodelli, ha voluto dire la sua sull’istituzione della commissione parlamentare straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza proposta da Liliana Segre.

Nel suo comunicato, Rodelli, definisce la senatrice a vita una “nonnetta” usata come “avanguardia e maschera“. Un personaggio che “non può essere attaccato. Una vecchietta ben educata, reduce dai campi di concentramento, mai eletta. La Mrs. Doubtfire di Palazzo Madama”. Secondo Rodelli la creazione della commissione è una “trappola”.

Infatti, per Rodelli la commissione Segre è “l’estorsione perfetta. L’avvertimento minaccioso e sinistro col quale ti tapperanno la bocca: perché non puoi dire più niente, devi chinare la testa, tacere, accettare di bere sino in fondo il calice dell’amarezza. E allora che significa ‘Commissione sull’Antirazzismo e l’odio’? La verità è nelle ultime inquietanti parole che la nonnetta, a nome del Pd che l’ha redatta, dove per odio, razzismo e intolleranza si intende ‘ogni forma’ di ‘nazionalismo’, ‘etnocentrismo’ e similia. In pratica: il ‘prima gli italiani’ e solo quello. È Salvini e i salviniani l’unico scopo. Come è Salvini il solo scopo di questo governo. Il suo internamento in un solitario campo di concentramento, dove attenti agli altri, molti potrebbero andare a fargli compagnia per un commento su Fb”.

Riccardi Rodelli contro Liliana Segre

Il segretario leccese della Lega ritiene, inoltre, che la commissione Segre abbia il fine di creare una black list in cui vengono inserite persone autonome o di partito, che in virtù di un principio ragionevole (sintetizzato nel ‘primaglitaliani’), si pongono in netto contrasto con le politiche migratorie senza regole e tutte quelle subculture che costituiscono il vero oppio dei popoli, perché vivono grazie al senso di colpa che viene inculcato su chi osa porre delle differenze senza voler per questo discriminare.

Rodelli conclude scrivendo: “Vogliono un mondo di ‘diversi’ ma pretendono che siano tutti uguali, non nei diritti ma nel conformismo autoritario. Esaltano le diversità ma poi non vogliono un mondo di diversità, ché per questo il mondo è bello”.