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Processo civile, cosa cambia con la riforma di Bonafede

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Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il disegno di legge sulla riforma del processo civile presentato dal ministro Bonafede.

Eliminare tempi morti e udienze inutili. Questi i punti di partenza per la riforma del processo civile del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Il governo presieduto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha infatti dato il via libera al disegno di legge di delega per rendere più snello ed efficiente il processo civile e per revisionare la disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.

Processo civile, i punti fondamentali della riforma

Riduzione dei tempi del processo civile, con l’obbligo per il giudice di predisporre il calendario delle udienze e, per le parti, di depositare gli atti con modalità telematiche. La riforma inoltre prevede un ampliamento delle controversie per le quali risulta ora obbligatorio tentare la via di una risoluzione alternativa. È stato inoltre predisposto che anche il processo davanti al giudice di pace avvenga nell’ambito del modello relativo al tribunale monocratico. Questa modifica elimina di fatto il tentativo obbligatorio di conciliazione.

Infine è stato introdotto uno speciale strumento di mediazione nel procedimento delle comunioni. La mediazione potrà essere condotta da un mediatore, un notaio o un avvocato iscritto in un elenco speciale. In caso di esito negativo, la relazione della mediazione dovrà essere usata come base per la successiva contesa giudiziaria.

La riforma del processo civile, con il dimezzamento dei tempi processuali, è stato il punto di incontro per la maggioranza, a lungo divisa invece sul tema della prescrizione. Da una parte si ritiene infatti che la fine della prescrizione dopo il primo grado sia necessaria per non lasciare impuniti alcuni reati. Dall’altra, invece, si evidenzia il rischio di aumentare ulteriormente i tempi della giustizia italiana.