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Gasparri accusa Conte sulla Gregoretti: "Prove evidenti contro di lui"

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Sul caso Gregoretti, Maurizio Gasparri ha puntato il dito contro Giuseppe Conte, accusandolo di essere stato a conoscenza delle decisioni di Salvini.

All’indomani del voto della Giunta per le immunità del Senato su Matteo Salvini il senatore Maurizio Gasparri (nonché presidente della suddetta Giunta) punta il dito contro Giuseppe Conte, accusandolo di essere stato a conoscenza della vicenda della nave Gregoretti nel momento in cui Salvini impediva a questa di sbarcare in un porto italiano. Gasparri ha quindi tacciato Conte di essere un bugiardo, affermando di essere pronto a sfidarlo pubblicamente.

Gregoretti: Gasparri accusa Conte

Entrando nel merito della prossima votazione del Senato sull’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini, Gasparri ha dichiarato: “In Aula 20 senatori potrebbero presentare un ordine del giorno in dissenso dalle conclusioni raggiunte [in Giunta ndr] e si voterebbe. Ma vorrei entrare un attimo nel merito. Conte è un bugiardo, le prove sono evidenti nei suoi confronti. Lo dimostro, lo posso sfidare pubblicamente”.

Intervistato ai microfoni di Radio anch’io, il senatore ha poi ribadito il coinvolgimento di Conte nel caso Gregoretti citando uno scambio di e-mail tra il suo consigliere diplomatico Pietro Benassi ed il rappresentante italiano a Bruxelles Maurizio Massari: “Il consigliere Benassi scrive nell’email: “Currently on the ship Gregoretti”, cioè in questo momento sono sulla nave Gregoretti. Quindi la Presidenza del consiglio sapeva che le persone erano sulla nave, ha chiesto questa suddivisione”.

La replica di Conte

Non si è fatta attendere la risposta del Presidente del Consiglio Conte, che in conferenza stampa ha replicato alle parole di Gasparri affermando come la decisione di non far sbarcare i migranti dalla Gregoretti sia stata una presa di posizione individuale dell’allora capo del Viminale Salvini: “Tutta la fase decisionale riguardante lo sbarco è stata gestita dall’allora ministro dell’ Interno, che l’ha anche rivendicata, come attestano le dichiarazioni pubbliche dell’epoca. Peraltro la vicenda risale al luglio 2019, quando era già in vigore il cosiddetto decreto “sicurezza bis”, fortemente voluto dal ministro Salvini proprio allo scopo di rafforzare la competenza del Viminale”.