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Autostrade, Possetti (Comitato Vittime Ponte Morandi): "Ora fiduciosi"

Egle Possetti, Comitato Vittime Ponte Morandi

C'è sia fiducia che amarezza nella decisione su Autostrade: lo confessa a Notizie.it la Presidente del Comitato Vittime Ponte Morandi, Egle Possetti.

Il dado è tratto su Autostrade, ma la decisione del Governo non potrà ripagare dalla perdita delle vittime sul Ponte Morandi. Il dramma di Genova ha avuto un peso importante nell’estromissione della famiglia Benetton dal cda. E così, la quota del 10% della dinasty di Ponzano Veneto è una cifra che apre il nuovo capitolo delle autostrade italiane. L’ingresso di Cassa depositi e Prestiti servirà ad attrarre nuovi investitori, mentre già nelle Borse di ieri il titolo di Atlantia guadagnava il 26,65%. Nell’opposizione – e anche nella maggioranza – c’è chi storce il naso davanti alla prospettiva di uno “Stato imprenditore”. Il Comitato Familiari delle Vittime del Ponte Morandi accoglie con prudente fiducia l’estromissione di Benetton, auspicando la massima penalizzazione agli azionisti di Autostrade. Fuori dalle logiche politiche, il peso delle 43 vittime del ponte crollato il 14 agosto 2018 a Genova sbiadisce questo traguardo.

Autostrade e il peso delle vittime del Ponte Morandi

Due anni fa, il 14 agosto 2018, crolla a Genova il Ponte Morandi, facendo 43 vittime. Un dramma a ridosso di Ferragosto, che – come ricordano alcuni testimoni – poteva essere evitato. Nei giorni precedenti, molti genovesi hanno testimoniato di avere avvertito il ponte tremare al passaggio dei loro veicoli. Per tutta la città di Genova, quel crollo è stato un incubo. Un’ombra che si è riverberata nelle famiglie straziate dall’incidente: uomini, donne e bambini legati a quel viadotto divenuto un cumulo di macerie sul torrente Polcevera. Egle Possetti ha perso la sorella Claudia, suo marito Andrea Vittone, i figli Manuele e Camilla Bellasio, rispettivamente di 16 e 12 anni. La loro perdita è dilaniante. Per condividere il dramma, ha fondato il Comitato Familiari delle Vittime del Ponte Morandi. Oggi il nuovo ponte presto inaugurato suona come “una pugnalata al cuore”. Per l’Italia è simbolo di rinascita: per loro di rimorso per ciò che non è stato fatto e si poteva fare.

Intervista a Egle Possetti

Signora Possetti, come commenta la decisione del Governo su Autostrade?

“Il primo impatto è positivo. Andrebbero poi analizzati nel dettaglio gli aspetti tecnici. La nuova decisione è l’impianto di ciò che deve avvenire: però questo lo si può capire solo dopo. Sicuramente, è importante che l’azionista finora di maggioranza nella gestione di Autostrade sia stato estromesso”.

Dopo il crollo, i Benetton sono stati subito al centro della polemica. Crede, comunque, che lo Stato abbia le sue responsabilità?

“Ci sono state certamente pecche di controllo. Nel caso del Ponte Morandi, per agire non era necessario avere il controllo statale: la responsabilità prescinde dai controlli sulle infrastrutture. È come se decidessi di non mettere la cintura di sicurezza perché tutti i vigili urbani sono in ferie: prima di tutto, alla base deve esserci un dovere morale. È, poi, chiaro che lo Stato avrebbe dovuto fare di più”.

Ora si sente fiduciosa che lo Stato entri in Autostrade?

“Più di prima, sicuramente. Sarà poi importante che lo Stato garantisca criteri di sicurezza, efficienza e che non vada a ricadere sulle tasche dei cittadini. Auspichiamo che la gestione sia oculata, efficiente e non perdente. Se prima c’erano ricavi di un certo peso, con una gestione più attenta, auspico che lo Stato non andrà in perdita”.

Sono passati due anni dalla tragedia e il nuovo ponte è ultimato. Quali risonanze ha per voi tutto questo?

“Per noi vedere questo nuovo ponte è un colpo al cuore. Quando ci guardiamo negli occhi, pensiamo che un ponte così sarebbe potuto essere eretto due anni fa, senza che morissero delle persone: erano i nostri cari! Non possiamo che guardare al nuovo ponte con un misto di amarezza: per noi è come se fosse una coltellata“.