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Conte al Senato: "Restrizioni diverse in base al coefficiente di rischio"

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Coprifuoco, centri commerciali chiusi al weekend e misure diverse per le regioni in base alle criticità: l'intervento di Conte al Senato.

Alla luce dell’aumento dei nuovi contagi da coronavirus il governo si sta apprestando a firmare un nuovo dpcm contenente misure più stringenti: prima di vararlo il Premier Conte lo ha però illustrato alla Camera dei Deputati e successivamente anche al Senato della Repubblica.

L’intervento di Conte al Senato

Dopo aver ribadito in entrambe le aule l’importanza di riferire alle Camere e coinvolgere il Parlamento, Conte ha parlato di un’evoluzione molto repentina del quadro epidemiologico. “La lettura del report dell’ISS ha costretto a prefigurare un nuovo corpus di misure restrittive da adottare prima di mercoledì 4 novembre, data fissata per le mie comunicazioni al Parlamento. Ascolterò le diverse posizioni che emergeranno dal dibattito e preannuncio la mia disponibilità ad accogliere le risoluzioni che approverete. Ho prospettato ai leader dell’opposizione la costruzione di un tavolo di confronto del governo ma al momento questa proposta è stata rifiutata.

“Coprifuoco in tarda serata”

Una misura che il governo introdurrà a livello nazionale con il nuovo dpcm è quella del coprifuoco. Il Presidente del Consiglio ha però genericamente parlato di “limiti alla circolazione nella fascia serale e più tarda” senza specificare l’orario di inizio della restrizione. Poco prima di arrivare alla Camera aveva però incontrato i capidelegazione dei partiti di maggioranza che avevano mostrato il loro accordo su un coprifuoco a partire dalle 21.

Regioni divise in tre fasce

Parlando dell’evoluzione epidemica, non ha potuto non ammettere la sua preoccupazione del fatto che l’Italia stia entrando nello scenario 4. “Ci sono specifiche criticità in molte regioni e province autonome, 11 delle quali sono classificate a rischio elevato o molto elevato. Altre 9 hanno rischio moderato con una probabilità di progredire al rischio alto nel prossimo mese. Per la prima volta abbiamo superato la soglia critica di occupazione in aree mediche ed esiste un’alta probabilità che 15 regioni superino le soglie critiche nel prossimo mese. Il quadro non tiene conto comunque degli effetti delle misure restrittive introdotte con l’ultimo dpcm che possono essere constati solo dopo due settimane.

Alla luce dell’ultimo report e della situazione che risulta diffusamente grave su tutto il territorio siamo costretti a intervenire per attuare ulteriori misure contenitive. Una strategia da modulare in base alle differenti criticità rilevate nei territori. Riteniamo pertanto necessari nuovi interventi restrittivi proporzionati ai livelli di rischio. Sulla base di criteri scientifici sarà necessario introdurre un regime differenziato basato su diversi scenari regionali. Si tratta quindi di una scelta differente rispetto a quanto accaduto durante la prima ondata.

Contaeha poi spiegato che “il prossimo dpcm individuerà tre aree corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio per ciascuno dei quali sono previste misure via via più restrittive. Spetterà al ministro della Salute inserire ogni territorio nella sua fascia in base al coefficiente di rischio. Questo dipenderà da alcuni parametri tra cui:

  • il numero di casi sintomatici al mese
  • il numeri dei ricoveri
  • il numero delle Rsa che riscontrano almeno una criticità settimanale
  • la percentuale di tamponi positivi
  • l’indice di replicabilità
  • il numero di nuovi focolai
  • l’occupazione di posti letto di terapie intensive e area medica sulla base della disponibilità.

Le misure nazionali del nuovo dpcm

“Per l’intero territorio nazionale interverrò solo con alcune specifiche misure che rafforzino il piano di contenimento“, ha aggiunto. Queste le principali:

  • la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali (escluse farmacie, tabacchi ed edicole all’interno)
  • la chiusura dei corner adibiti ad attività di scommesse e videogiochi ovunque siano collocati
  • la riduzione fino al 50% del limite di capienza dei mezzi pubblici
  • limitazioni agli spostamenti da e verso le regioni che presentano elevati livelli di rischio salvo motivi di studio, salute, necessità o lavoro
  • la chiusura di musei e mostre
  • possibilità che le scuole secondarie di secondo grado possano passare integralmente alla didattica a distanza.

“Introdurremo poi ulteriori restrizioni graduandole di intensità in proporzione al coefficiente di rischio. La priorità continua ad essere la difesa della vita umana e della salute. Sappiamo la frustrazione, del senso di smarrimento e della rabbia dei cittadini. Ma tanto più saremo efficaci nel piegare la curva dei contagi tanto più velocemente potremo allentare le restrizioni.

“Situazione molto preoccupante”

Prima di illustrare le misure il Premier Conte aveva fornito una panoramica della situazione epidemiologica confrontandola con quella di marzo e aprile. “La pandemia continua a correre in Italia e in Europa. Paesi come Spagna, Francia e Regno Unito hanno superato il milione di casi e anche nel nostro paese la situazione epidemiologica è in ulteriore peggioramento. Dall’ultimo monitoraggio risulta che il numero di nuovi casi è quasi raddoppiato rispetto alla settimana precedente. Il 94% dei contagi risulta però in isolamento mentre al picco della prima ondata si curava in casa solo il 51,8% dei contagiati. Solo lo 0,5% risulta ricoverato in terapia intensiva contro il 6,7% del periodo primaverile. Nonostante l’incremento dei numeri la gravità dei contagi appare quindi diversa e inferiore rispetto alla prima ondata.

Va rivelato che l’aumento dei contagi è anche il risultato dell’accresciuta capacità di screening, aumentata di otto volte rispetto a marzo. C’è quindi una rilevante differenza rispetto alla prima ondata anche in virtù della maggior disponibilità di dotazione. In questo momento non stiamo subendo un’insostenibile pressione nei reparti di terapia intensiva. Piuttosto registriamo una crescente preoccupazione nei restanti reparti. A questo riguardo è stata messa in campo la sottoscrizione di un accordo stralcio con i medici di base e i pediatri per consentire loro di somministrare test rapidi antigenici permettendo ai pazienti di essere curati presso il loro domicilio. Le Regioni ne potranno somministrare fino a 100.000 al giorno. Già dai prossimi giorni potremo quindi avere fino a 350 mila test quotidiani. In caso di scenario avverso potremo disporre di personale militare già parzialmente operativo.

Dpcm: Conte parla a Camera e Senato

Le comunicazioni del Presidente del Consiglio sono state fissate alla Camera per le 12 e al Senato per le 17 dopo il nuovo vertice con le amministrazioni regionali previsto in mattinata. In seguito ci sarà la votazione da parte di deputati e senatori sulle risoluzioni della maggioranza e dell’opposizione. Secondo quanto trapelato i partiti di centrodestra sarebbero intenzionati a presentare un documento unitario.

I lavori in Parlamento dovrebbero finire intorno alle 20 e il nuovo decreto potrebbe essere firmato o in serata o nella giornata successiva. Come di consueto non è escluso che il Premier presenti i nuovi provvedimenti in una conferenza stampa. Tra questi, ancora passibili di modifica dopo il nuovo confronto con le Regioni, ci sarebbero:

  • la chiusura dei confini regionali
  • la chiusura dei centri commerciali nel weekend
  • un coprifuoco nazionale da far scattare alle 18 o alle 21
  • lo stop ai corner giochi nei bar e nelle tabaccherie.

Inoltre nelle regioni più a rischio, tra cui Lombardia Piemonte e Calabria, si sta ipotizzando la chiusura di bar e ristoranti anche a pranzo nonché delle attività commerciali e per la cura alla persona (salvo farmacie, parafarmacie e alimentari), dei musei e dei distributori automatici. La didattica a distanza potrebbe poi essere estesa anche agli studenti di seconda e terza media. Spetterebbe poi ai singoli governatori istituire eventuali lockdown nelle zone considerate più a rischio.