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Nasce il Partito Gay: "Basta deleghe, possiamo ambire al 15%"

partito gay

È nato il primo Partito Gay in Italia: è stato fondato da membri della comunità Lgbt+.

Gli attivisti della comunità Lgbt+ Fabrizio Marrazzo, Claudia Toscano e Vittorio Tarquini hanno fondato il Partito Gay. Un’idea politica che, secondo loro, potrebbe essere sostenuta da ben il 15%. L’obiettivo è quello di rappresentare i valori della categoria, senza più affidarsi a terzi. Lo hanno spiegato i principali esponenti nella conferenza stampa di presentazione.

Le idee del Partito Gay

Proprio in questo periodo di emergenza e pandemia riteniamo che noi Lgbt+ (lesbiche gay bisex e trans) non possiamo più delegare le nostre istanze a terzi e allo stesso tempo possiamo essere una forza propositiva per il Paese“, ha spiegato Fabrizio Marrazzo. Un volto ben noto nella comunità Lgbt+ in quanto fondatore di Gay Help Line e Gay Center.

Nel corso della presentazione il Partito Gay è stato definito “solidale, ambientalista e liberale” Esso “ha l’ambizione di partecipare sin dalle prossime amministrative di primavera in varie realtà del Paese per poi essere presenti in Parlamento“.

Ad elencare i principali valori è stato proprio il portavoce Fabrizio Marrazzo. “Vogliamo una società: Solidale, non intesa come assistenzialismo, ma come sostegno per ripartire, senza però lasciare nessuno solo; Ambientalista, per un ambiente come risorsa perché ambiente, impresa e lavoro devono progredire insieme e non contrapposti; Liberale, perché in qualsiasi famiglia nasciamo, chiunque deve ambire a poter raggiungere i propri traguardi, grazie ad uno stato che dovrebbe dare opportunità e non burocrazia e tasse che finiscono in sprechi, mala gestione e corruzione“.

Le istanze inascoltate

I rappresentanti del Partito Gay, inoltre, hanno manifestato la volontà di essere ascoltati, soprattutto a fronte di una crisi come quella attuale, dettata dall’emergenza Coronavirus.

L’Onu ha affermato che la nostra comunità sarà tra quelle più colpite dalla crisi economica causata dal Covid, perché di fatto non abbiamo tutele idonee“, spiega Marrazzo. “Nell’ultima manovra finanziaria sono stati definiti incentivi per l’assunzione di giovani e donne, ma nonostante le nostre richieste sono rimaste escluse le persone trans, che sono coloro che da sempre subiscono maggiori discriminazioni sul lavoro“.

Perfino nei decreti del Governo i membri delle comunità Lgbt non sarebbero tutelati. “Nel famoso dpcm sui ‘congiunti‘ la nostra comunità restava esclusa, perché molti di noi – spiega – spesso non hanno rapporti con parenti che li hanno rifiutati, e solo dopo le nostre proteste sono stati inseriti gli ‘affetti stabili“. Nonché nelle leggi in generale. “La circolare ‘Padre e Madre’ di Salvini, che crea problemi ai figli delle famiglie Arcobaleno non è stata ancora abolita. La legge contro l’omostranfobia determina un trattamento differenziato per le persone Lgbt+ che se approvata definitivamente ci darà meno tutele rispetto a quelle che 30 anni fa sono state date per le comunità religiose e vittime di razzismo“.

Da qui la necessità di essere rappresentati in modo diretto. “Questi sono solo quattro esempi che vi ho riportato, ma ne potremmo fare a migliaia sui trattamenti differenziati che dobbiamo subire sulla nostra pelle, oltre alle discriminazioni. Per questo – conclude Marrazzo con vari attivisti Lgbt+ vogliamo creare un nuovo soggetto politico, che rappresenti le nostre aspirazioni, le nostre idee e i nostri valori, per realizzare, un Paese moderno, inclusivo, solidale, ambientalista e liberale, insieme a chi Lgbt+ non è“.