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Ponte Morandi, la Procura di Genova chiude le indagini sul crollo

Ponte Morandi indagini

Le indagini sul crollo del Ponte Morandi sono state chiuse: la Guardia di Finanza sta notificando gli avvisi agli indagati.

La Procura di Genova ha chiuso le indagini per il crollo del Ponte Morandi, l’incidente che il 14 agosto 2018 causò la morte di 43 persone. Durante l’inchiesta, durata quasi tre anni, sono stati fatti due incidenti probatori: uno sullo stato di salute del viadotto e uno sulle cause vere e proprie del crollo.

Ponte Morandi: indagini chiuse

La Guardia di Finanza sta ora provvedendo a notificare gli avvisi agli indagati. Si tratta del preludio della richiesta di rinvio a giudizio ma anche del primo atto verso quello che sarà il processo per il crollo del viadotto. I militari diretti dai colonnelli Ivan Bixio (Primo Gruppo) e Giampaolo Lo Turco (Nucleo Metropolitano) dovrebbero impiegare due giorni per le notifiche. Da sabato 24 aprile scatterà poi la possibilità di consultare gli atti alla base dell’inchiesta in una tensostruttura allestita appositamente al quarto piano del palazzo di giustizia.

I pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno avevano indagato 69 persone oltre alle due società Aspi e Spea (la controllata che si occupava della manutenzione). Le indagini della magistratura sono servite a fare luce sul modus operandi della vecchia gestione dell’azienda improntata, secondo l’accusa, al risparmiare sulle manutenzioni per garantire maggiori dividendi ai soci.

I fascicoli aperti dalla Procura hanno riguardato i falsi report sullo stato di salute di altri viadotti, sulle barriere fonoassorbenti pericolose fino alle gallerie dopo il crollo nella Bertè il 30 dicembre 2019. Tutti i filoni che sono derivati dall’indagine principale vedono coinvolto l’ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci, finito anche ai domiciliari poi tramutati in interdittiva per un anno, l’ex numero due Paolo Berti e l’ex numero tre Michele Donferri Mitelli.