> > Processo a Renzo Bossi: "Non sapevo di essere laureato"

Processo a Renzo Bossi: "Non sapevo di essere laureato"

Bossi a processo per la finta laurea

Nel processo per l'inchiesta The Family, il Trota ha dichiarato di essere sempre stato all'oscuro della laurea.

Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega, è stato interrogato durante il processo per appropriazione indebita di soldi prelevati dalla cassa del partito, allora gestita da Francesco Belsito, per scopi personali. La questione ruota intorno alla laurea conseguita dal “Trota” all’Università Kristal di Tirana, in Albania, ma di cui lo stesso presunto laureato ha dichiarato di essere all’oscuro.

“Non sapevo di essere laureato”

Renzo Bossi ha assicurato di non aver mai saputo che qualcuno all’interno del partito avesse pagato per procurargli una laurea fittizia. “Ho saputo della mia laurea in Albania solo dopo questa indagine”, ha dichiarato in tribunale. L’indagine a cui fa riferimento è l’inchiesta “The family“, aperta nel 2012 per far luce sugli usi illeciti dei soldi del Carroccio da parte della famiglia Bossi. I magistrati hanno esaminato i documenti in possesso di Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega, e hanno trovato molti fogli su cui compare proprio il nome del Trota. Sembra che il figlio del senatur bergamasco abbia frequentato l’ateneo albanese nel 2010, ottenendo la laurea in Gestione aziendale presso la facoltà di Economia aziendale di Tirana.

Il diploma di laurea

I sospetti

Qualcosa, però, non tornava. I documenti italiani della scuola superiore frequentata da Renzo attestano il conseguimento del diploma nel luglio 2009, quando Bossi aveva 21 anni. Solo 14 mesi separano questa data da quella registrata sul certificato di laurea: un arco di tempo troppo breve per sostenere i 29 esami dichiarati dall’ateneo. Immediato il sospetto, da parte della magistratura, che la falsa certificazione sia stata ottenuta pagando il privato che nel 2005 ha fondato l’Università Kristal.

Le parole del Trota

Renzo Bossi si dichiara innocente ed evidenzia un’ulteriore incongruenza: “Sono rimasto perplesso prima di tutto perché la data di nascita scritta sul diploma di laurea è sbagliata”. Per difendersi, ha inoltre ripercorso in Tribunale le tappe del suo percorso universitario mancato. “Dopo il diploma parlai in famiglia della mia volontà di andare a fare l’Università in America”, ha spiegato Bossi jr, “per completare gli studi e poi tornare e dare alla causa del partito quello che avevo imparato ma poi sono entrato in Consiglio regionale, vivevo tra la Lega e il Consiglio, e non mi sono più posto il problema”.

Le multe

Ha rigettato anche l’accusa di aver pagato due multe, nel 2010, con i soldi presi dalle casse del partito. Le effrazioni sono state commesse dai due autisti di Bossi alla guida della sua macchina. “Di fatto le pagai io e mi trovai a fare la rateizzazione con Equitalia e a versare 14mila euro. Sono accusato per una appropriazione indebita che non vedo”, ha commentato il Trota.

Il commento di Bossi

Anche Umberto Bossi era presente in aula. Non ha parlato durante il processo, preferendo affidare al proprio legale la lettura della propria dichiarazione. Il senatur ha definito “un imbroglio” le accuse che hanno condotto al processo: “Io vivevo tranquillo perché c’era un limite di spesa di 25mila euro messe dal consiglio federale. Poi qualcuno ha sbianchettato il documento” depositato in banca. “Quando mi sono dimesso nell’aprile 2011”, ha continuato, “la Lega aveva 41 milioni di euro che sono spariti. Bossi si è detto sicuro che “la Lega diventerà più forte di prima nonostante i casini che ci hanno combinato”.