> > Puntura di medusa, i rimedi: cosa fare e cosa non fare

Puntura di medusa, i rimedi: cosa fare e cosa non fare

Una medusa "caravella portoghese", sempre meno rara in Mediterraneo

Innalzamento delle temperature e interazioni aumentate rendono sempre più possibile la puntura di medusa, ecco i rimedi: cosa fare e cosa non fare

I rimedi dopo una puntura di medusa e cosa fare e soprattutto cosa non fare sono informazioni importanti in merito ad una eventualità sempre meno rara nei nostri mari. Perché sempre meno rara? Perché le interazioni fra meduse ed umani sono aumentate e perché la temperatura più elevata del Mare Nostrum ha attirato altre specie, che da sporadiche visitatrici potrebbero diventare addirittura endemiche. Le meduse cacciano con i nematocisti. 

I rimedi contro la puntura di medusa

Ecco, con quelli ci colpiscono quando per caso le sfioriamo. E in soggetti sensibili e predisposti quelle punture possono dare non solo dolore severo, ma anche esiti estremi shock anafilattico. Cosa bisogna fare dopo essere stati punti da uno di questi animali? Lo ha spiegato bene il dottor Antonio De Bitonto, Responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia al Policlinico San Marco del Gruppo San Donato e della Smart Clinic. Il meccanismo è quello per cui i nematocisti che arpionano la nostra pelle rilasciano un “miscuglio di tre proteine urticanti, paralizzanti e neurotossiche”. Fuori dall’acqua bisogna verificare che vi siano parti della medusa sul corpo, eventualmente da eliminare con attenzione. Come? Con guanti o con una “spatoletta” del tipo carta di credito. E l’acqua dolce? No, mai, perché incentiva i cnidoblasti, le celle da cui vengono “sparati” i nematocisti, a “far fuoco” per riflesso condizionato alla assenza di salinità. Le cubomeduse prevedono un protocollo dei Manuali MSD per operatori sanitari in cui prima dell’acqua si lavi con aceto la zona

Acqua, aceto in alcuni casi ma niente pipì

E per le punture da caravella portoghese, che nel Mediterraneo è ospite occasionale?  Lì solo acqua di mare e non l’aceto.  Il dottor De Bitonto spiega poi che “è importante non grattarsi e non strofinare le parti interessate con la sabbia, per evitare di amplificare i problemi”. Banditi anche i rimedi classici della vulgata sul tema quali ammoniaca, urina, aceto o alcol. Il loro utilizzo “potrebbe ulteriormente infiammare la parte colpita”. La zona pulita andrebbe trattata invece con un gel astringente al cloruro d’alluminio, “meglio se a una concentrazione del 5%”.