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Putin ha mandato un sosia in Daghestan? I dubbi online sui selfie con i sostenitori e sul livido all’occhio destro

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Si moltiplicano le teorie secondo le quali Vladimir Putin avrebbe spedito in Daghestan un sosia: tutti i dubbi e le congetture online.

Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato un sosia in Daghestan? A far proliferare le teorie in tal senso ci sono gli atteggiamenti “anomali” assunti dal leader del Cremlino che ha concesso selpfie e abbraccia alla popolazione di Derbent.

Putin in Daghestan, i dubbi sul sosia: baci e selfie con gli ammiratori

Putin è finito ancora una volta nel vortice delle congetture. Sui social e tra gli osservatori, infatti, in molti si chiedono se ci fosse davvero il capo del Cremlino o un sosia nel video che immortala la sua visita in Daghestan, una delle repubbliche russe sul mar Caspio. Il viaggio, che ha dato il via alla teoria del doppio, è il primo fatto all’estero dopo il presunto tentativo di golpe da parte del capo di Wagner, Evgheny Prigozhin.

Secondo quanto sottolineato da molti, a Daghestan, Putin è apparso diverso da come si è abituati a vederlo non solo nell’aspetto ma, soprattutto, nel comportamento. Il leader di Mosca, infatti, si è lasciato andare a bagni di folla, facendosi circondare dai suoi sostenitori. Ha stretto mani ai cittadini della città di Derbent e si è fatto selfie abbracciando e addirittura baciando qualcuno dei presenti.

La versione 2.0 di Putin non è passata inosservata soprattutto per la decisione di ignorare la distanza di sicurezza che è solito rispettare quando si trova circondato dai suoi seguaci più accaniti. A evidenziare le anomalie nel comportamento del capo del Cremlino sono stati, in primis, i giornalisti e gli esperti di Russia. Il corrispondente della Bbc, Steve Rosenberg, ad esempio, si è chiesto per quale motivo Putin fosse “così poco simile a Putin” ossia “vicino alla folla e personale”. Il corrispondente del Financial Times, Max Seddon, invece, ha osservato che “l’apparizione di Putin davanti a una folla adorante” somigliava a una risposta “al modo in cui la Wagner è stata accolta a Rostov”.

Le teorie online

C’è poi chi insiste con la teoria del sosia. Il politologo Oleksiy Holobutsky ha scritto su Twitter che il nuovo Putin è troppo magro e ha rimarcato che, a Derbent, “era molto attivo, allegro e spesso rideva, ed entrambe le sue mani funzionavano bene», a differenza di quanto accaduto nelle scorse settimane. «La balbuzie totale nelle parole e lo sbadiglio che tutti hanno notato nelle riunioni ufficiali per un paio di settimane è completamente scomparsa”.

Il politologo ha anche indicato la presenza di una specie di livido vicino all’occhio destro.

La teoria del doppio impazza su Twitter, come dimostrano i messaggi del consigliere del Ministero dell’Interno ucraino Anton Gerashenko. Sui siti specializzati, poi, si moltiplicano foto a confronto dei volti di Putin, fotografati in diverse circostanze.

L’uso di “sosia” dello Zar è una teoria in voga da tempo. Per il portavoce dell’agenzia di intelligence militare di Kiev Andriy Yusov, il leader russo ha l’abitudine di ricorrere ai suoi doppioni in determinati eventi. L’ipotesi della controfigura era, del resto, già emersa in occasione della visita a Mariupol e a Kherson oppure quando ci fu l’intro ravvicinato con gli studenti a Mosca.

Alcuni giorni prima del viaggio in Daghestan, inoltre, simili congetture erano state avanzate anche dall’ex deputato russo Viktor Alksinis che sosteneva che il presidente si trovasse contemporaneamente in due luoghi diversi. Nello stesso momento, infatti, è stato avvistato sia al Consiglio di sicurezza della Federazione russa che ai Giardini di Alessandro per deporre una corona sulla tumba del milite ignoto. Il mistero, dunque, è ancora lontano dalla sua risoluzione.