> > "Quando ho visto quel calciatore del Milan l'ho invidiato e l’ho colpito"

"Quando ho visto quel calciatore del Milan l'ho invidiato e l’ho colpito"

La vittima portata via dopo l'omicidio

Aveva ammazzato il dipendente Luis Fernando Ruggieri e ferito l'atleta del Monza: "Quando ho visto quel calciatore del Milan l'ho invidiato e l’ho colpito"

“Quando ho visto quel calciatore del Milan l’ho invidiato e ho iniziato a colpire“: con queste parole Andrea Tombolini aveva motivato il suo terribile crimine quando il 27 ottobre 2022 al Carrefour del centro commerciale Milanofiori di Assago aveva ammazzato il dipendente Luis Fernando Ruggieri e ferito altre cinque. Secondo una perizia depositata in queste ore il killer di Assago era in sé quando accoltellò sei persone e ne uccise una, ora rischia l’ergastolo. Per inciso poi, il “calciatore” che aveva suscitato l’invidia dell’assassino non era de Milan ma l’atleta del Monza Pablo Marì, che venne ferito anche lui.

“Ho visto quel calciatore e l’ho colpito”

E sempre un ex giocatore ma dell’Inter, Massimo Tarantini, fra le corsie con sua figlia, lo aveva bloccato nel bel mezzo di quella furia omicida.  Il dato è che il  46enne era pienamente capace di intendere e di volere al momento dei fatti per cui è indagato di omicidio, duplice tentato omicidio e lesioni. L’uomo era stato arrestato dai carabinieri coordinati dal Sostituto Paolo Storari, e con la piena capacità accertata rischia l’ergastolo

“Quando stava sferrando coltellate era in sé”

Su Tombolini ci sono dubbi di ordine psicologico ma la valutazione è che quando si è scagliato contro i clienti del centro commerciale era in sé, orientato nel tempo e nello spazio, almeno secondo il professor Marco Lagazzi, criminologo e psichiatria forense, che si era già occupato, tra gli altri, anche del caso del serial killer veronese Gianfranco Stevanin