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Ragazzo ucciso, la mamma: poliziotto gli ha sparato 5 colpi

moglie

La mamma di Jefferson Tomalà, il 20enne ucciso da un poliziotto chiede "giustizia". L'agente infatti gli ha sparato contro 5 colpi di pistola.

Anche se i vertici della Polizia difendono il proprio agente, la famiglia di Jefferson Tomalà chiede giustizia. In base ai primi risultati dell’autopsia, infatti, il ragazzo 20enne di origini ecuadoriane ucciso da un poliziotto è stato raggiunto da cinque colpiti di pistola. Eppure il giovane era armato solo con un coltellino da cucina. Perché l’agente non ha sparato alle gambe o alle braccia? E’ quanto si chiede la mamma di Jefferson che dice: “Spero che un giorno il poliziotto che ha fatto questo si penta”.

Ragazzo ucciso da un poliziotto

La tragedia si è consumata domenica 10 giugno. Jefferson Tomalà è esagitato. La sera prima ha litigato con la giovane moglie, da cui due mesi fa ha avuto un bambino. Si chiude in casa e minaccia la mamma e la sorella, che si barricano in una stanza. Ma Jefferson minaccia anche il suicidio. La mamma quindi chiama il 118 e in breve tempo nell’appartamento in via Borzoli a Genova arriva una pattuglia della Polizia.

Due agenti cercano di tranquillizzare il ragazzo, e gli dicono che dovrà essere sottoposto ad un TSO (trattamento sanitario obbligatorio). In base alle prime ricostruzioni, Jefferson a quel punto estrarrebbe da sotto il materasso un coltello da cucina. Un poliziotto viene ferito. L’altro quindi gli spruzza dello spray al peperoncino ma ciò fa infuriare ancora di più il ragazzo, tanto che si scaglia contro il poliziotto. A quel punto il primo agente spara, ed uccide Jefferson. Ma non un solo colpo, tano che a rimanere ferito da un proiettile è anche il collega.

L’agente viene indagato per omicidio colposo per eccesso nell’uso delle armi ma, trapela, solo come atto dovuto. Anche il capo della Polizia Franco Gabrielli e il ministro dell’Interno Matteo Salvini prendono le difese dell’agente. “Non solo da ministro, ma da cittadino italiano e da papà sarò vicino in ogni modo possibile a questo poliziotto che ha fatto solo il suo dovere salvando la vita a un collega” afferma Salvini. Gabrielli invece esprime “fiducia nell’operato della magistratura”.

Cinque colpi di pistola contro Jefferson

Ma la famiglia non ci sta. Subito dopo l’omicidio la moglie di Jefferson racconta però la sua verità. “Mio marito aveva litigato con me e un po’ con i fratelli, ma era calmo: è tornato a casa e si è addormentato” scrive su Facebook Nataly Giorgia Tamalà. “Gli hanno spruzzato il peperoncino negli occhi e lo hanno provocato. – denuncia – L’hanno ammazzato: voglio giustizia, mio marito non era un delinquente, lavorava per dare un futuro a me e mia figlia”.

Anche la mamma chiede giustizia per il figlio. Soprattutto dopo aver scoperto che è stato colpito dall’agente non una ma più volte. Diffusi infatti i risultati dell’esame esterno del cadavere di Jefferson, effettuato dal medico legale Luca Tajana incaricato dal pm Walter Cotugno. Il 20enne sarebbe stato infatti raggiunto da almeno 5 colpi di pistola. Ma sarà la tac a rivelare l’eventuale presenza di altri proiettili all’interno del corpo del ragazzo.

Mamma di Jefferson: agente incompetente

“All’agente che ha sparato a mio figlio dico che è un incompetente e non merita la divisa, se la deve togliere” afferma Lourdes, la mamma di Jefferson Tomalà. Dallo studio del legale di famiglia chiarisce, come riporta l’Ansa: “Mio figlio era una bravissima persona. Lo hanno ucciso come un animale. Chiedo giustizia”. “Spero che un giorno – aggiunge la donna – l’agente che ha fatto questo si penta. Mio figlio li ha aggrediti perché ha reagito allo spray al peperoncino. Non si meritava questo”.

Gli avvocati Andrea e Maurizio Tonnarelli sottolineano infatti: “In questa vicenda ci sono alcuni dati oggettivi che ci fanno porre delle domande: era necessario tutto questo, sparare a un ragazzo di 20 anni armato solo di un coltellino da cucina?”. I legali evidenziano quindi: “Il giovane non era un delinquente, gli agenti in casa erano almeno otto e lui è stato colpito ad altezza uomo, non alle parti basse o alle braccia per disarmarlo”.

Gabrielli annuncia arrivo del taser

Il capo della Polizia Franco Gabrielli, però, non sembra porsi le stesse domande. Per evitare uccisioni simili propone solamente di armare gli agenti con un taser. “Presto i poliziotti avranno in dotazione i taser, così potranno agire in ulteriori condizioni di sicurezza e non arrecare danno eccessivo alle persone in certi interventi”, annuncia Gabrielli.

Le pistole elettriche hanno lo scopo di immobilizzare la vittima attraverso una scarica da 50.000 volt ma a bassissima intensità, pari a pochi milliampere. Ecco perché il taser è classificato come arma non letale. Non tutti però sono concordi con questa definizione. Amnesty International ha più volte denunciato non solo la pericolosità delle pistole elettriche ma anche gli abusi da parte di chi le ha in dotazione. Persino l’ONU non considera affatto sicuro il taser, tanto da classificarlo nel 2007 come una vera e propria arma di tortura.