> > Reddito di cittadinanza? Agli artigiani veneti non piace

Reddito di cittadinanza? Agli artigiani veneti non piace

Reddito di Cittadinanza, perchè non piace agli artigiani veneti.

Gli artigiani del Veneto sono contrari al reddito di cittadinanza. Motivo? Non vogliono che diventi una stampella perpetua per i disoccupati.

“Perché devo lavorare, se non facendo niente guadagno quanto o di più di quando lavoro?” Suona così l’obiezione degli artigiani del Veneto ai microfoni di Mattino Cinque. Sul piatto delle polemiche c’è il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle. L’Italia rischia di spaccarsi nuovamente tra Nord e Sud. Mentre in quest’ultimo i lavoratori disoccupati o che non hanno reddito chiedono un sostegno da parte dello Stato, quelli al Nord, in particolare in Veneto, temono che possa trasformarsi in una stampella perpetua per chi non cerca lavoro. Il Veneto culturalmente si è sempre riconosciuto come una delle regioni trainanti per il prodotto interno lordo italiano: nel 2017 infatti, grazie al successo del referendum sull’autonomia fiscale Luca Zaia (governatore della regione) aveva richiesto un “contratto al governo” per stabilire i ruoli degli Affari Regionali. La voce degli artigiani veneti quindi, mira a screditare una proposta (quella del reddito di cittadinanza) che potrebbe nella loro personale ipotesi “rimettere il peso fiscale del sud sul groppone del veneto”. Non una soluzione, ma ulteriore ostacolo verso il mondo del lavoro.

Le 2 anime degli elettori

Il reddito di cittadinanza potrebbe rivelarsi come l’elemento chiave per dimostrare le 2 anime dell’elettorato italiano. Le stesse che hanno fatto prevalere alle elezioni la Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle di Di Maio. Su cosa hanno puntato gli italiani al voto? Sicurezza e lavoro. Chi ha proposto le soluzioni più drastiche o fuori dall’atteggiamento moderato di Pd e Centrodestra? Lega e M5s, vale a dire i 2 partiti che nel loro programma hanno parlato alla pancia degli italiani, senza mezzi termini. Di Maio e Salvini si sono trovati a lavorare insieme al nuovo governo, scegliendo Giuseppe Conte come premier. Un gesto di distensione per salvare i voti e trovare un accordo tra le 2 anime degli elettori.

Rivalità silenziosa

La rivalità però è sempre rimasta nell’aria, con le frecciatine tra i 2 leader. Un clima di tensione che ha messo in difficoltà lo stesso Conte, che si è sfogato con Giorgetti, dicendo: “Questa corsa scredita il ruolo del Presidente del Artigiani veneti: no reddito di cittadinanza, ecco perchéConsiglio”. Il suo ruolo, per l’appunto. La “corsa”, come la definisce Conte, adesso potrebbe scoppiare tra le 2 diverse tipologie di elettori, che fino ad ora hanno stretto i denti su tutto, compresa la vicenda della Diciotti e l’inchiesta che ne è seguita. Tutta colpa del reddito di cittadinanza. Perché quei 780 euro promessi da Di Maio farebbero proprio comodo ad ogni disoccupato o persona in difficoltà del sud, al nord si teme che quei soldi possano essere prelevati dalle loro tasche. Anzi, che un disoccupato possa decidere di non cercare lavoro perché guadagna senza fatica lo stipendio di un artigiano veneto.

Reddito di cittadinanza

La chiave del successo del reddito di cittadinanza è la disoccupazione. Nel giugno 2018 si è addirittura parlato di un aumento della disoccupazione italiana fino al 10,9%. L’idea che lo Stato possa dare in qualche modo il suo sostegno agli italiani in difficoltà è allettante almeno quanto lo sono stati i famosi 80 euro del governo di Matteo Renzi. Ma cosa determina lo stallo nel mondo del lavoro di oggi? Gli esperti del settore puntano il dito contro una sola causa: il mancato incontro tra domanda e offerta. Ad aggravare la situazione, la poca efficacia dei “centri per l’impiego”, che si trovano tra le mani lavoratori con competenze che non rispondono alle esigenze delle aziende.