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Ricatto sessuale ai danni di una minorenne: in manette un ragazzo di 16 anni

ricatto sessuale

Un ricatto sessuale: un baby ricattatore di 16 anni ha provato a estorcere del sesso a una ragazzina per non divulgare le foto osé di lei. Arrestato.

Siamo a Pontedera, in Toscana. Qui un giovane ragazzo di 16 anni ha proposto un ricatto sessuale a una sua quasi coetanea. Il baby ricattatore avrebbe tentato di estorcere del sesso alla ragazzina. Il patto alla base del ricatto sessuale era di non divulgare alcune alcune sue foto. La ragazzina avrebbe vissuto un vero e proprio incubo a causa del ricattatore, ma fortunatamente per lei, il progetto del suo aguzzino non si è concretizzato. Per il giovane 16enne sono scattate le manette con l’accusa di tentata violenza sessuale e tentata estorsione.

Il giovane 16enne, al momento in stato di custodia cautelare, ha già subito il sequestro degli effetti personali e dei dispositivi elettronici. Si sospetta che possa non essere la prima vittima. Perquisizioni personali e dell’abitato sono state disposte dagli uomini della Polizia per accertarsi che non abbia altro materiale similare. Non si sa se abbia gito da solo o se fosse spalleggiato da qualche coetaneo nella sua impresa. Al momento è solo.

Il ricatto sessuale

La ragazzina tempo prima aveva fatto delle foto osé che aveva mandato al proprio fidanzatino. Una cosa, quella dei selfie erotici, piuttosto comune e parecchio diffusa al giorno d’oggi (Instagram e Twitter ne sono pieni). Pochi giorni dopo la minorenne viene contatta al telefono da un numero sconosciuto. Da qui in poi l’angoscioso incubo della ragazzina. Il 16enne la minaccia infatti dicendo di volere altre sue foto, dello stesso genere. Condisce la richiesta con la minaccia che se non avesse esaudito le sue richieste, le sue foto sarebbero state diffuse sulla rete. Il contatto tra il ricattatore e la vittima è avvenuto tramite ASK (un sito di interazione social) e su WhatsApp. Il contatto dura, e in poco tempo il ricattatore e le sue richieste si fanno più audaci. Non bastano più le semplici foto al cellulare: il ragazzo vuole un rapporto completo. Scatta il vero e proprio ricatto sessuale.

La ragazzina non sa cosa fare e si rivolge a una amica per chiederle consiglio. L’amica saggiamente la indirizza presso gli uomini delle forze di Polizia, denunciando il fatto. Immediato l’intervento dei poliziotti che sono risaliti al dispositivo elettronico da cui partivano le richieste osé. L’intestatario era il padre del ricattatore, anche se il dispositivo era in uso al figlio. Per il giovane le manette sono immediatamente scattate. Per la ragazzina l’incubo può dirsi finito, con la speranza che abbia imparato qualcosa.

Ricatti via web

Certamente non è il primo caso del genere che interessa le cronache. Casi similari possono in brevissimo tempo distruggere la vita di un individuo (come fu per Tiziana Cantone): i materiali caricati su internet perdono la nostra paternità e diventano facile appannaggio di chiunque. Sono situazioni e casi delicati dove è facile perdere il controllo della situazione e che generano effetti imprevedibili per la vita di chiunque venga coinvolto. La fortuna di questa ragazzina è che la cosa sembra essersi chiusa con l’arresto del suo ricattatore. Se la cosa fosse andata avanti la vicenda avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di molto più cupo e triste.