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Mancata approvazione Riforma Orlando: processi a rischio

Riforma Orlando

La riforma attuata ed i rischi che ne conseguono, mettono a serio repentaglio i lavori dei pubblici ministeri.

Continua a creare dibattito l’approvazione della riforma Orlando sulla giustizia. Le intercettazioni, il mancato verbale del colloquio avvocato-indagato e così via, continuano a far discutere la magistratura italiana. A quanto pare, con l’entrata in vigore di tale riforma, sarebbero a rischio molti processi. Infatti, molti di essi rischiano di non poter essere celebrati o di finire in prescrizione. Sono soprattutto quei procedimenti per i quali, un avvocato di ufficio, rifiuta la cosiddetta ‘domiciliazione’, ovvero, il vedersi notificato in ufficio gli atti relativi all’assistito.

Riforma Orlando: la spaccatura

Un caso particolare, si è registrato nella giornata di oggi a Genova. Per l’udienza preliminare in tribunale, un giudice ha rimandato gli atti al pubblico ministero, perché dalle carte si registrava il rifiuto del legale, applicando così la riforma Orlando che è entrata in vigore ad agosto e a breve diventerà prassi. Dal canto suo, la Procura genovese ha sinora fatto valere una sorta di “domiciliazione forzata”. Ciò significa che, anche in caso di mancato assenso, le notifiche venivano recapitate lo stesso allo studio dell’avvocato. Adesso invece, con la nuova legge, la polizia giudiziaria ed i pm dovranno cercare l’effettivo domicilio dell’indagato.

Tale problema, non si pone per gli italiani quanto per gli per gli extracomunitari, per i senzatetto e per gli irregolari, che non hanno alcun recapito e che, molto spesso si dileguano dopo la denuncia. Così facendo, c’è il forte rischio che il pm di turno non potrà neanche chiedere il rinvio a giudizio, in quanto mancherebbe la prova effettiva che l’indagato abbia materialmente ricevuto l’atto.

Secondo quanto riporta il ‘Secolo XIX’, si proverà a ricercare i vari indagati con una strategia ben precisa. Ogni sei mesi, la polizia Giudiziaria cercherà in giro i vari indagati e, visto che le possibilità di trovarli sono molto basse, ci si avvicinerà alla prescrizione.

D’altro canto, agli avvocati la riforma Orlando è piaciuta in quanto, garantirebbe il diritto alla difesa a chiunque, in quanto ogni indagato merita di essere informato circa una presunta richiesta di processo a suo carico.

Riforma Orlando: in cosa consiste

La riforma della giustizia voluta da Orlando, ha come obiettivo quello di snellire sia la fase delle indagini che quelle relative ai processi. Infatti, con la nuova legge, non è più possibile ottenere fiumi di intercettazioni e non saranno più possibili colloqui non rilevanti e che coinvolgono terzi estranei alle indagini. Infatti, sarà possibile riportare solo i brani essenziali delle intercettazioni, in modo tale da avvalorare la tesi portata avanti dal pm di turno.

Inoltre, non sarà più possibile verbalizzare i colloqui tra indagato e avvocato e a quest’ultimo è permesso consultare le intercettazioni solo per un breve periodo che va dai dieci ai trenta giorni. Per quanto concerne i giornalisti, potranno ottenere una copia dell’ordinanza. Tale diritto, entrerà in vigore però solo tra un anno.

Per quanto concerne invece il materiale video-audio fraudolenti, è previsto il carcere fino a 4 anni per chi diffonde riprese audiovisive e registrazioni di comunicazioni effettuate in maniera fraudolenta per danneggiare la reputazione o l’immagine altrui.