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I sacchetti per frutta e verdura saranno a pagamento: i dettagli

Spesa

Dal 1° gennaio del 2018, in base al cosiddetto Decreto Mezzogiorno approvato l’agosto scorso, si dovranno pagare anche i sacchetti leggeri e ultraleggeri per la spesa di frutta e verdura.

Il provvedimento

Donna spinge il carrello della spesa

Dall’ 1 gennaio del 2018 ci sarà una tassa pure per i sacchetti di plastica leggeri in cui mettere frutta e verdura – ma anche carne, pesce e cibo – quando si farà la spesa al supermercato. Bisognerà pagare anche quelli e il loro prezzo si troverà scritto sullo scontrino: dovrebbe andare dai 2 ai 10 centesimi, come i sacchetti a pagamento che esistono già alla cassa e hanno prezzi diversi – perciò si pagherà un sacchetto per volta, a seconda del genere di alimento che contiene -. Si tratta di una brutta sorpresa per gli italiani, che continuano a dover far fronte con la crisi economica.

Nel dettaglio

Verdura

La norma, il cosiddetto “Decreto Mezzogiorno” o “Decreto Sud”, è stata approvata lo scorso agosto e prevede che parte dell’incasso del supermercato vada allo Stato sotto forma di Iva e Imposta sul reddito. Anche i sacchetti leggeri e ultraleggeri, cioè quelli con spessore della singola parete inferiore a 15 micron, dovranno essere biodegradabili e compostabili nel rispetto del’ambiente, e per la stessa ragione rinnovabili per almeno il 40% di materia prima. La norma serve per contrastare l’uso di sacchetti della spesa illegali: chi li utilizzerà nei supermercati, sarà passibile di multe da 2.500 euro fino a 100.000 euro per un alto quantitativo di plastica oppure se il valore dei sacchetti supera del 10% del guadagno di quanti non rispettano tale legge.

Il parere di Federdistribuzione

Durante la spesa

L’introduzione della nuova tassa è stata prontamente commentata da Federdistribuizione, che ha messo in guardia da possibili rischi igienici: l’ente ha infatti osservato che i consumatori, per evitare di spendere ulteriormente, potrebbero decidere di portare i sacchetti per la spesa da casa, determinando così l’eventuale circolazione di germi e batteri. L’esistenza del problema è stata in generale sollevata anche dall’Academy of Nutrition and Dietetics, con sede a Chicago: si tratta della maggiore organizzazione americana e mondiale di esperti di alimentazione e di nutrizione. Non si è ancora pronunciato invece il Ministero dell’Ambiente.

Il parere degli italiani

Si pagheranno anche i sacchetti

Ma i consumatori italiani cosa ne pensano? Un sondaggio di Ipsos Public Affairs presentato ieri, venerdì 6 settembre, all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) dall’amministratore Nando Pagnoncelli e dalla ricercatrice qualitativa Luisa Vassanelli, ha stabilito che quasi 6 italiani su 10 (il 58%) approvano il fatto che ci siano sacchetti biodegradabili e compostabili. Ovviamente la questione pagamento è diversa: il 71% degli intervistati riflette sui costi e circa un terzo (29%) è assolutamente contrario a pagare i sacchetti della spesa. Ma secondo il 59% delle persone interpellate, è accettabilissimo il costo minimo di 2 centesimi, mentre “protesta” il 13%. Le interviste, 1.000, sono state effettuate dal Cawi (Computer-Assisted Web Interview) su persone dai 18 ai 65 anni.