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Con le varianti Covid cambiano i sintomi: dal mal di testa ai brividi

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Preoccupano le varianti del Covid-19: secondo i dati emersi in un ultimo studio cambiano i sintomi, come brividi e perdita di appetito.

Dopo i ministri Boccia e Speranza, anche le Regioni chiedono di prolungare la chiusura dei confini regionali fino al 5 marzo, data in cui termina il Dpcm attualmente in vigore. L’obiettivo è mantenere l’equilibrio raggiunto con le limitazioni adottate finora ed evitare l’esodo verso le città in cui lunedì 15 febbraio apriranno le piste da sci. I governatori di Regione chiedono la riapertura di palestre, cinema e teatri e c’è anche chi punta sull’apertura serale dei locali e dei ristoranti. Intanto però le varianti del Covid-19 spaventano anche l’Italia: dopo l’Umbria, dove Perugia e altri comuni sono in zona rossa, è allerta anche in Lombardia. La Fondazione Gimbe ha già espresso la sua preoccupazione e anche Walter Ricciardi dichiara: “Le varianti esploderanno a fine marzo”. Inoltre, secondo un nuovo studio condotto dall’Imperial College di Londra, le varianti del Covid hanno cambiato i sintomi della malattia.

Varianti del Covid-19: i sintomi

Brividi, perdita di appetito, mal di testa e dolori muscolari sarebbero altri sintomi del Covid-19, che si manifestano affianco a quelli più consueti come perdita dell’olfatto e del gusto, febbre e tosse persistente.

“Questi nuovi risultati suggeriscono che molte persone con Covid-19 non vengono sottoposte a test – e quindi non si autoisoleranno – perché i loro sintomi non corrispondono a quelli utilizzati nelle attuali linee guida sulla salute pubblica per aiutare a identificare le persone infette”. Così ha dichiarato il Professor Paul Elliott, direttore del programma REACT all’Imperial.

I cambiamenti dei sintomi

Lo studio, commissionato dal Department of Health and Social Care e svolto in collaborazione con l’Imperial College Healthcare NHS Trust e Ipsos MORI, ha rivelato variazioni nei sintomi a seconda dell’età. I brividi si potrebbero manifestare a qualsiasi età. Al contrario, il mal di testa sembra coinvolgere soprattutto i giovani di età compresa tra 5 e 17 anni. La perdita di appetito riguarda in particolare persone tra i 18 e i 54 anni, ma anche quelle con età superiore ai 55 anni. Anche i dolori muscolari compaiono soprattutto nelle persone di età compresa tra 18 e 54 anni. I bambini tra 5 e 17 anni infetti presentano meno probabilità di avere febbre, tosse persistente e perdita di appetito rispetto agli adulti.

Siamo consapevoli della necessità di criteri di verifica chiari e che l’inclusione di molti sintomi che si trovano comunemente in altre malattie come l’influenza stagionale potrebbe rischiare che le persone si autoisolino inutilmente. Spero che i nostri risultati sui sintomi più informativi significano che il programma di test può trarre vantaggio dalle prove più aggiornate. E così si aiuta a identificare più persone infette”, ha aggiunto il professor Paul Elliott, direttore del programma presso l’Imperial.

La ricerca ha attestato che l’insorgere delle varianti ha apportato variazioni nella manifestazione dei sintomi. In particolare, secondo lo studio, si sarebbe assistito all’aumento della percentuale di persone risultate positive con tosse persistente. Al contrario, sembrano diminuire i casi di perdita di olfatto.

“Con il progredire dell’epidemia e l’emergere di nuove varianti, è essenziale continuare a monitorare come il virus colpisce le persone in modo che i programmi di test soddisfino le mutevoli esigenze”, ha precisato il dott. Joshua Elliott, della School of Public Health dell’Imperial College di Londra. Quindi ha aggiunto: “Ci auguriamo che i nostri dati aiuterà a fornire indicazioni per il test e lo sviluppo di sistemi che potrebbero aiutare a identificare meglio le persone che dovrebbero fare un test Covid-19 in base ai loro sintomi”.