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Facebook, Instagram e WhatsApp in down: "Non sono stati hackerati"

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Il team di Facebook ha voluto rassicurare gli utenti sul "down" delle piattaforme riscontrato nelle ultime ore da circa un terzo degli iscritti.

Non si è trattato di un attacco hacker DDoS. Ad affermarlo è lo stesso team dell’ecosistema del network di Mark Zuckerberg, con un post pubblicato sulla pagina Facebook del social. I disservizi riscontrati da decine di migliaia di utenti sulla celebre piattaforma – e che hanno contemporaneamente coinvolto le altre due applicazioni di proprietà del colosso della comunicazione, Instagram e WhatsApp – sarebbero stati causati da una generica “perturbazione dei servizi” durata circa 11 ore e diffusasi a macchia d’olio dalle aree costiere degli Stati Uniti ad alcune regioni di Sud America, Australia, Asia e fino all’Europa e all’Italia, dove, a singhiozzo, continuano ad essere segnalate diverse problematiche.

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Una propagazione virale

Come appare dalla mappa di Down Detector e come confermato di recente da media nazionali ed esteri, si tratterebbe di un problema ormai in via di risoluzione, tuttavia si è trattato di un parziale black out lunghissimo, uno dei più lunghi della storia di Facebook. Un disservizio che ha destato grande allarme, specie in virtù di quella propagazione virale che è arrivata a contagiare le altre due piattaforme di casa Zuckerberg. Così, proprio per tranquillizzare utenti ed investitori, è giunta la doverosa dichiarazione del team Facebook: “Ci stiamo concentrando sulla risoluzione dei problemi nel più breve tempo possibile, ma possiamo confermare che il disservizio non è legato ad un attacco DDoS“, fanno sapere da Menlo Park. Nessun accenno alla reale causa del down ma, come spiega un approfondimento pubblicato di recente da FanPage Tech, escludere l’attacco hacker è per il colosso dei social network la priorità, non solo per tranquillizzare gli utenti, ma anche per mettere a tacere tutte le voci che potrebbero levarsi mettendo in discussione stabilità e affidabilità, specie sul fronte sicurezza, delle tre piattaforme.

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Cos’è un attacco DDoS

A questo punto si potrebbe parlare decine di ipotesi che spiegherebbero i problemi d’accesso e utilizzo riscontrati da migliaia di utenti in tutto il mondo – a partire da un intervento di manutenzione finito male o fino a più specifici problemi con alcuni server della rete geografica – ma per fare chiarezza sulle recenti dichiarazioni del team Facebook e sui futuri scenari occorrerà anche specificare cosa sia un attacco DDoS. Acronimo di Distributed Denial of Service e traducibile in italiano con la definizione di “Interruzione distribuita del servizio“, si tratta grossomodo di un’azione messa in campo da hacker informatici con l’obiettivo di sovraccaricare le risorse di un sistema informatico che fornisce servizi ai computer connessi. Tramite un botnet – rete controllata dall’hacker e composta di dispositivi infettati – interi data center, reti di distribuzione o server vengono inondati di false richieste di accesso, con l’ovvio risultato che i siti web, o in questo caso gli utenti, che tentano di accedervi hanno difficoltà o non riescono del tutto. Per questo, qualora l’ipotesi dell’attacco hacker venisse confermata, ecco che forse la prima pista (legittimamente) ipotizzata sarebbe stata davvero la meno pericolosa. Trattandosi comunque di un disservizio causato da intervento esterno, l’attacco DDoS non costituisce un reale pericolo per la privacy e la sicurezza degli utenti. Questo perché, nel corso di simili episodi, i server restano parimenti inaccessibili, tanto a siti web e utenti, quanto agli stessi hacker che hanno attivato la botnet con il proposito di causare il tilt delle piattaforme.