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Sicilia, sciame sismico sull’Etna con oltre 20 scosse di terremoto

Uno scatto della Sala operativa dell'Ingv

Sicilia, sciame sismico sull’Etna con oltre 20 scosse di terremoto, nessun danno a persone o cose ma studiosi in allerta per la sequenza

In Sicilia è stato registrato un fitto sciame sismico sull’Etna con oltre 20 scosse di terremoto che hanno messo in allarme le popolazioni dell’area interessata. Non si segnalano danni a cose o persone anche se la paura ha serpeggiato negli spot dove l’effetto delle scosse è stato avvertito più distintamente. Lo sciame sismico in questione è stato caratterizzato, secondo le rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, da oltre 20 movimenti tellurici. La magnitudo di questi ultimi è stata quantificata in una forbice compresa fra 1.5 e 2.2 gradi. Si è trattato perciò di scosse non pericolose in sé, ma che da un punto di vista dell’analisi prospettica lasciano un minimo di inquietudine. 

Sicilia, sciame sismico sull’Etna: cosa può significare

Non è raro infatti che gli sciami sismici preludano ad eventi tellurici di portata maggiore e netta, senza contare l’effetto psicologico sulle popolazioni di quella sequenza di scosse concentrate in poche ore. Sta di fatto che in base alle rilevazioni dell’Ingv l’ipocentro dello sciame è stato individuato nei paesi a ridosso del  versante sud-est del vulcano. Attenzione, si tratta esattamente del versante dalla cui bocca nelle settimane iniziali di marzo il vulcano aveva fatto registrare una serie di parossismi in sequenza che avevano ricoperto l’area di Catania di cenere e creato non pochi problemi al traffico aereo. 

Sicilia, sciame sismico sull’Etna: il precedente

Secondo le notizie e i dati ufficiali comunque il primo evento è stato rilevato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania alle 18,13; quello di maggiore intensità, di magnitudo 2.2, alle 22,43.  Purtroppo ci sono precedenti anche abbastanza recenti che lasciano qualche preoccupazione in sospeso, al di là dell’aspetto puramente scientifico degli eventi: a fine dicembre 2018 l’attività sismica nei pressi dell’Etna aveva destato non poca preoccupazione, in particolar modo nella popolazione di Zafferana Etnea. In quelle circostanze si erano determinate condizioni analoghe, legate cioè alla rilevazione dei valori del tremore dei condotti interni del vulcano. Unica differenza: in quell’episodio ci fu anche un’attività effusiva più netta, con la lava che ad un certo punto si attestò nel consueto spot di arresto della Valle del Bove. Un episodio analogo ci fu a fine 2019.

Sicilia, sciame sismico sull’Etna: i parossismi di marzo

Pure la fase effusiva sembrò gradualmente regredire, con la lava ferma nella desertica valle del Bove. Venne registrata anche un’attività stromboliana da crateri e bocche sommitali, con esplosioni ed emissione di colonne di gas e cenere lavica. In questo caso l’attività stromboliana sembra esser stata più legata alle fasi di parossismo del vulcano che erano state registrate ad inizio marzo.