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Astori, la compagna: "L’amore di mia figlia più forte del mio dolore"

Francesca Fioretti ricorda Astori

Un anno fa moriva il difensore della Fiorentina. Francesca Fioretti: "Eravamo felici, davvero. Mi sembrava che la vita mi avesse fatta bella con lui".

E’ passato un anno da quel terribile 4 marzo. Dodici mesi senza Davide Astori. La morte del difensore della Fiorentina ha lasciato un vuoto nel mondo dello sport e soprattutto nel mondo di chi viveva accanto allo sfortunato giocatore.

La figlia Vittoria

In un colloquio con Walter Veltroni sul Corriere della Sera Francesca Fioretti, compagna di Astori, si era confessata parlando in particolare della figlia, di 3 anni, rimasta senza papà: “La vita con Vittoria è stata dura, non le ha concesso neanche la meraviglia dei giorni insieme che Davide ed io abbiamo vissuto. Io so che non devo vivere il mio dolore attraverso di lei, non devo apparire triste né disperata. La sua serenità dipende dalla mia. Lei ha capito che lui non tornerà, ma lo abbiamo collocato in un luogo immaginario in cui è felice”. L’attrice e showgirl aveva utilizzato poi una splendida metafora: “Ora devo cercare di fabbricare le ali con le quali Vittoria possa volare nella vita. L’amore di mia figlia è l’unica cosa più forte del mio dolore“.

“Lacrime di emozione”

La piccola Vittoria è la “priorità” di Francesca, che non vuole fare diventare il ricordo di Astori un “tabù, qualcosa da nascondere”: “Le mie lacrime ci saranno, e le condividerò con lei, ma dovrò fare in modo che lei comprenda che sono lacrime non di disperazione. Sono lacrime di emozione, quell’emozione che solo i ricordi più belli possono creare. Insieme sapremo colmare il vuoto che si è creato riempiendolo con tutti i ricordi e le immagini di noi e del breve ma intenso periodo che abbiamo condiviso”.

Il rapporto con Astori

Francesca si era soffermata anche sul rapporto ‘avventuroso’ con Astori: “Eravamo diversi e complementari. La sua vita era regolare, come una linea orizzontale. La mia era rapsodica, cadute e risalite, nel lavoro come nell’umore. La nostra passione erano i viaggi. Siamo andati in India, in Nepal, in Perù, in Giappone. Andavamo come due adolescenti, treni e autobus, scoperte e meraviglia”. Il suo compagno era un esempio per tutti, dentro e fuori dal campo: “Davide era un animo gentile, era un uomo curioso e allegro. Eravamo felici, davvero. Mi sembrava che la vita mi avesse fatta bella, con lui. Ora la mia vita deve ricominciare. Ce la metterò tutta. Di una cosa sola sono certa. Di avere reso felice Davide nel tempo che abbiamo vissuto insieme”.