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Keita Balde sostiene per un mese 150 braccianti senagalesi in Spagna

Keita Balde braccianti Spagna

Un mese di vitto e alloggio per 150 braccianti senegalesi in Spagna: il bel gesto di Keita Balde.

L’ex attaccante di Lazio e Inter, ora al Monaco, Keita Balde, si è reso protagonista di un gesto di grande solidarietà decidendo di pagare per un mese il vitto e l’alloggio a 150 braccianti senagalesi in Spagna. L’esigenza è nata dal fatto che i lavoratori stagionali, sui connazionali, erano rimasti senza un tetto a Llerida in Catalogna, la regione spagnola dove il calciatore è cresciuto. Venuto a conoscenza del fatto che diversi hotel si erano rifiutati di accogliere i braccianti agricoli, Keita ha deciso di aiutarli in attesa che le istituzioni spagnole risolvano la situazione. “Avrebbero continuato a dormire in strada”, cosi il calciatore al Corriere della Sera che poi ha aggiunto: “Ho visto il video del portavoce dei lavoratori: mi sono commosso per la vicenda, l’ho contattato e abbiamo iniziato pensare a come risolvere il problema”.

Keita Balde aiuta i braccianti in Spagna

“Vengo da genitori africani – ha detto Keita Balde – che hanno dato tutto per arrivare in Europa e dare un futuro migliore ai loro figli: per questo quando vedo situazioni del genere provo sempre ad aiutare. L’ho fatto con tutto il cuore”. L’intento dell’attaccante del Monaco era inoltre quello di non pubblicizzare l’iniziativa, ma è dovuto uscire allo scoperto per evitare intoppi burocratici.

Keita Balde ne ha poi approfittato anche per parlare di come il razzismo sia ancora fortemente presente nel calcio e come questo vada a ledere gli interessi di coloro che invece non giudicano un calciatore per il colore della pelle: “Io darei tutti i soldi che ho guadagnato in questi anni, se servissero a far sparire il razzismo. Ma dipende dall’educazione e dai valori delle persone. Chi non vive in Italia e non conosce tutte le belle persone che ci sono da voi, può essere spaventato quando succedono certi episodi. Io mi sono trovato benissimo e non giudico un Paese per cento che sbagliano: però dobbiamo cercare di abbassare quel numero”.