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Strage di Erba, perché Rosa e Olindo sono colpevoli secondo la Cassazione

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Rosa e Olindo sono stati condannati all'ergastolo. Perché sono colpevoli secondo la Cassazione?

Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo per la strage di Erba. La Cassazione ha confermato l’impianto dell’accusa e i motivi per cui i due sono considerati colpevoli.

Strage di Erba, perché Rosa e Olindo sono colpevoli secondo la Cassazione

Le sentenze di primo e di secondo grado nel processo per la strage di Erba hanno condannato Olindo Romano e Rosa Bazzi all’ergastolo. Sentenza confermata dalla Cassazione. A quasi 17 anni dalla strage che costò la vita a Youssef Marzouk, 2 anni, alla madre Raffaella Castagna, alla nonna Paola Galli e a Valeria Cherubini, la vicina di casa, si parla di una possibile riapertura del caso. Aggredito anche Mario Frigerio, vicino di casa. Secondo il processo Olindo Romano gli tagliò la gola, ma lui rimase in vita perché aveva una malformazione alla carotide. La sua testimonianza su una delle tre prove-chiave di questa storia, a cui si aggiungono la confessione, poi ritrattata, dei due imputati e una macchia di sangue di Valeria Cherubini trovata sul battitacco dell’auto di Olindo. La richiesta di revisione del processo voluta dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, si fonda su queste tre prove. Ma a carico di Rosa e Olindo ci sarebbe molto altro. La sentenza della Suprema Corte smonta tutte le 40 obiezioni di legittimità proposte dalla difesa.

Strage di Erba: la testimonianza di Mario Frigerio

Mario Frigerio, quando ha riaperto gli occhi, ha dato una descrizione del suo aggressore, che non aveva nulla a che fare con Olindo Romano. “Fu indotto dalle domande dell’allora luogotenente dei carabinieri Gallorini a costruire il falso ricordo di Olindo” hanno dichiarato gli avvocati Fabio Schembri e Luisa Bordeaux, difensori della coppia. “Pur ammesso il carattere suggestivo delle domande fatte dai carabinieri, il teste sia davanti ai pm che davanti ai giudici ha sempre detto di aver esitato a menzionare Olindo, sulle prime, perché voleva capire come fosse stato possibile che un normale condomino, con cui mai aveva avuto contrasti, si fosse accanito così brutalmente su di lui e su sua moglie” hanno scritto, invece, i giudici di Cassazione, secondo i quali fu un ricordo nitido ma incomprensibile. La sua testimonianza è sempre stata ritenuta autentica ma oggi la difesa e Tarfusser sostengono che l’uomo “sviluppò una disfunzione cognitiva” e che fosse “inidoneo a rendere valida testimonianza“.

Strage di Erba: la confessione di Rosa e Olindo

Poco dopo l’arresto, Rosa e Olindo confessarono. Secondo la difesa si tratta di una confessione fatta sotto pressione, da vittime di una circonvenzione. In Cassazione, però, si ritenne che non ci fu nessuna forzatura e che cambiarono versione “non come ripensamento ma come cambio di strategia correlato al cambio di avvocato e a consigli ricevuti da terzi“. Le loro confessioni contenevano dettagli che potevano conoscere solo persone che erano in quella casa, come la posizione dei cadaveri, l’energia elettrica interrotta, il fatto che quella sera Raffaella Castagna sia arrivata a casa non con la sua auto, il fatto che il fuoco appiccato sia stato alimentato dai libri, il punto da cui è partito, i cuscini lasciati vicino a Raffaella Castagna dopo il tentativo di soffocarla e la morte di Youssef ucciso da una persona mancina, come Rosa Bazzi. Ci sono anche delle scritte fatte da Olindo sulla Bibbia in carcere, prima di ritrattare, in cui chiede perdono per quello che hanno fatto.

Strage di Erba: il sangue di Valeria Cherubini

La terza prova-chiave riguarda la traccia di sangue di Valeria Cherubini sull’automobile di Olindo Romano. “Molto nitida” hanno scritto i giudici, e quindi “non degradata” e non frutto di possibile contaminazione, come ha sempre ipotizzato la difesa, che ora va oltre su questo punto. In una delle consulenze, che anche Tarfusser ha allegato alla sua richiesta di revisione, dice che “probabilmente” quella traccia di sangue non fu prelevata dal battitacco dell’auto di Olindo.