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In arrivo una nuova stretta sul Superbonus, il Governo Meloni è alla ricerca di risorse per la manovra

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Il Governo Meloni è pronto a introdurre un nuovo taglio al Superbonus: l’ennesimo giro di vite ridurrà all’osso la misura già ridimensionata.

Non c’è pace per il Superbonus: il Governo Meloni è pronto a introdurre un ulteriore taglio della misura e ridurla all’osso. Una fonte interna all’esecutivo ha confermato che “l’ipotesi è allo studio, come interverremo lo decideremo dopo aver visto i numeri”. Ad elaborare i dati che getteranno le fondamenta per le decisioni di Palazzo Chigi sono i tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Superbonus, nuovo taglio del Governo Meloni alla misura

A seconda dei numeri presentati al Governo dai tecnici del Mef, verrà stabilita la strategia per aggiornare l’impatto della maxi agevolazione – che dal premier Giorgia Meloni è stata descritta come “la più grande truffa ai danni dello Stato” – sulle finanze pubbliche.

In attesa di scoprire in via definitiva l’entità della nuova stretta che l’esecutivo intende applicare al Superbonus, al Tesoro è palpabile la preoccupazione per il peso che avranno le Cilas (titoli abilitativi per i lavori) che sono state presentate entro il 31 dicembre 2022 e che hanno consentito ai condomini che hanno deliberato gli interventi entro il 25 novembre di usufruire ancora del 110%.

Si trattava di una corsia agevolata che preservava la natura dell’iniziativa a fronte del taglio introdotto nel 2023 con il quale la percentuale del Superbonus era stata abbassata al 90%. Allo stato attuale, tuttavia, l’esenzione deve essere coperta in quanto l’aliquota calerà ancora nel 2024, scendendo al 70%. I lavori appena citati, però, hanno già la garanzia del 110% e a pagare l’importo legato all’iniziativa dovrà sempre e comunque essere lo Stato.

Le nuove stime, quindi, dovranno determinare quanto il Superbonus peserà sull’elaborazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza che il Governo dovrà approvare entro il prossimo 27 settembre e con la quale verranno definiti i margini operativi per la legge di bilancio.

Ipotesi e indiscrezioni

In attesa di scoprire i numeri definitivi, l’esecutivo valuta un ennesimo giro di vite che contribuirà a ridurre sempre più all’osso l’iniziativa. In questo modo, guardando in prospettiva per la manovra, il taglio potrebbe aprire nuovi orizzonti data la disperata ricerca di risorse e le pressioni di Palazzo Chigi. Proprio in questo contesto si inseriscono le parole pronunciate dal premier Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del Cdm di lunedì 28 agosto, il primo dopo la pausa estiva. “Di certo non possiamo permetterci sprechi, stiamo pagando in maniera pesante il disastro del Superbonus 110%”, ha detto Meloni.

Le parole del presidente del Consiglio, in un primo momento, erano state concepite come un resoconto di quanto accaduto sinora. Stando all’ultimo rapporto dell’Enea, infatti, al 31 luglio, gli investimenti ammessi a detrazione toccavano quasi quota 83 miliardi. Nelle ultime ore, poi, è maturata l’idea di procedere con un ulteriore ridimensionamento del Superbonus che potrebbe anche portare l’aliquota al di sotto del 70% nell’anno in corso e del 65% nel 2024.

Stando alle indiscrezioni sinora trapelate, l’esecutivo di centrodestra potrebbe valutare anche un restringimento della platea con l’introduzione di limiti che garantirebbero l’agevolazione esclusivamente ai redditi bassi. Uno schema analogo si porrebbe nel solco dell’Ecobonus descritto nella proposta di revisione del Pnrr. Nel capitolo RepowerEU, infatti, sono previsti quattro miliardi destinati a lavori per abitazioni di famiglie a basso reddito “in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni”.