> > TFR: addio alla quota integrativa di retribuzione

TFR: addio alla quota integrativa di retribuzione

TFR

Alla luce della scarsa adesione, addio al trattamento di fine rapporto in busta paga

A partire dalla busta paga di luglio 2018 non sarà più possibile erogare la QUIR. Si tratta del TFR in busta paga rilasciato ogni mese ai dipendenti che ne hanno fatto richiesta dal primo marzo 2015 al 30 giugno 2018. Si tratta di una misura approvata in via sperimentale con la Legge di Bilancio 2015, che ha visto soli 387 mila aderenti (su un totale nettamente maggiore di lavoratori italiani). Era possibile ottenere in busta paga fino al 30 giugno 2018.

Non più TFR in busta paga

L’assoggettamento del TFR in busta paga mensile (definito anche QUIR) a tassazione ordinaria, rispetto alla tassazione separata della quale gode il trattamento di fine rapporto (TFR) erogato normalmente al termine del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissione o risoluzione consensuale. Sarebbe questo il nodo che ha spinto alla rimozione del TFR in busta paga a partire dal primo luglio 2018. In molti casi, soprattutto per i lavoratori retribuzione annua lorda superiore a 20 mila euro, la QUIR non conveniva.

TFR

I lavoratori e i loro datori di lavoro possono tranquillamente passare dalla QUIR all’accordo sull’erogazione di uno o più anticipazioni del trattamento di fine rapporto. Questo sarà possibile senza aumento di tasse da parte del lavoratore e nel pieno diritto di entrambi. In questo modo sarà possibile procedere nel pieno rispetto del codice civile e della legge italiana.

Flop del TFR in busta paga

Il bilancio del TFR in busta paga mensile è stato un flop annunciato. Evidente la scarsa adesione alla proposta. La conferma è il fatto che la misura sperimentale non sia stata prorogata. Fino ad aprile 2018 il numero di lavoratori che hanno optato per la QUIR era pari esattamente a 387.524. Si tratta di una percentuale minimale, a sua volta equivalente all’1,3% dei lavoratori dipendenti del settore privato attivi in Italia. La QUIR non poteva essere richiesta dai dipendenti pubblici. I dati sono stati forniti e resi noti dall’Inps.

Il TFR in busta paga mensile evidentemente si è verificato troppo poco conveniente. Meglio il tradizionale sistema di fine rapporto. Uno dei deterrenti che hanno sconsigliato l’esercizio dell’opzione per l’erogazione della quota di TFR in busta paga mensile da parte dei lavoratori è stata l’irrevocabilità della scelta. Il lavoratore scegliendo il TFR in busta paga ogni mese era costretto ad incassare la QUIR in busta paga mensile fino a giugno 2018. Alla sua scelta non vi era alcuna possibilità di revoca.

TFR in busta paga ogni mese a tassazione ordinaria e non separata. Ma il principale motivo per il quale pochissimi lavoratori hanno aderito all’erogazione della QUIR sta nella tassazione. Il trattamento di fine rapporto è assoggettato a una differente tassazione. E’ una retribuzione differita spettante al lavoratore al termine del rapporto di lavoro. In questo modo quindi, quando il lavoratore cessa il proprio rapporto di lavoro per qualsivoglia motivazione, ha diritto all’erogazione del trattamento di fine rapporto, che viene tassato con la tassazione separata.