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Tragedia di Mestre, oltre seicento persone ai funerali dell'autista: il corpo sarà cremato

Pompieri

L'ultimo saluto ad Alberto Rizzotto nella chiesa della frazione di Tezze: nell'epigrafe il selfie di fronte a uno degli autobus che guidava

A due settimane esatte dall’incidente tornano a casa, in provincia di Treviso, le spoglie di Alberto Rizzotto, l’autista quarantenne morto assieme a venti passeggeri nell’autobus elettrico caduto dal cavalcavia di Mestre, a pochi metri dai binari della stazione ferroviaria.

Oltre seicento persone a Tezze per i funerali

Presieduti dal vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziol, e dal parroco, Alberto Basso, i funerali si sono svolti nella chiesa della frazione di Tezze. Ad abbracciare il dolore di mamma Mariella, papà Luigi e del fratello Giulio, oltre seicento persone presenti alla celebrazione per l’ultimo saluto a Rizzotto, dal sindaco di Vazzola, Giovanni Zanon, all’amministratore delegato de La Linea (società proprietaria dell’autobus), Massimo Fiorese; tra loro, decine di delegazioni di associazioni di volontariato alle quali l’autista si era aggregato in passato. Parte dei presenti ha preso parte alla cerimonia su panche disposte in uno spazio aperto accanto alla chiesa, altri hanno seguito la funzione dalla strada chiusa al traffico e allestita con diffusori audio. I familiari hanno chiesto di non riprendere immagini del feretro, posizionato in chiesa con largo anticipo rispetto all’orario dei funerali.

L’omelia del parroco sulla fugacità dell’esistenza

«Le spiegazioni tecniche, mediche e scientifiche non possono spiegare l’avventura dell’esistenza. Alberto era responsabile, prudente e l’autobus era nuovo. Noi contiamo sule nostre capacità di controllo, ma la vita ci può venire tolta in un secondo. Tragedie come queste ci scoprono sempre fragili e piccoli. Ci restituiscono la dimensione di noi stessi e l’importanza dei rapporti di fratellanza», ha affermato don Basso durante l’omelia.

Il corpo di Alberto Rizzotto sarà cremato

Tanto commovente quanto emblematica la scelta di porre nell’epigrafe un selfie di Alberto scattato di fronte a uno degli autobus che guidava. Al termine della cerimonia, il feretro è stato trasferito presso un sito dove avverrà la cremazione. Nel frattempo, poiché l’esame post mortem sembra aver escluso l’ipotesi di una perdita di lucidità da parte del conducente, la famiglia resta in attesa degli esiti dell’approfondimento sullo stato di salute del congiunto.