> > Turchia ha bombardato le postazioni Isis in Siria e Iraq, 200 morti

Turchia ha bombardato le postazioni Isis in Siria e Iraq, 200 morti

Turchia ha bombardato le postazioni Isis in Siria e Iraq, 200 morti

La Turchia ha bombardato le postazioni Isis in Siria e Iraq, 200 morti. La Turchia ha fatto sapere di aver bombardato alcune postazioni dell'Isis, in Siriae Iraq, uccidento 200 jihadisti. Il premier turco Davutoglu ha dichiarato infatti che "Le nostre forze armate hanno sparato circa 500 colpi di...

La Turchia ha bombardato le postazioni Isis in Siria e Iraq, 200 morti. La Turchia ha fatto sapere di aver bombardato alcune postazioni dell’Isis, in Siriae Iraq, uccidento 200 jihadisti.

Il premier turco Davutoglu ha dichiarato infatti che “Le nostre forze armate hanno sparato circa 500 colpi di artiglieria e carri armati contro posizioni dell’Isis”. Il governo turco nel dare l’annuncio dei bombardamenti ha dichiarato che l’operazione militare è stata compiuta come risposta all’attentato kamikaze compiuto martedì ad Istanbul.

Davutoglu continua La Turchia continuerà a colpire il Daesh (acronimo arabo dell’Isis) via terra e userà le forze aeree se necessario”. Il premier ha poi chiesto a tutti i Paesi di dimostrarsi determinati nella lotta contro l’Isis.

Ai bombardamenti condotti da Ankara è arrivata subito la dura replica di Mosca: «La politica distruttiva» perseguita dalla Turchia in Siria porta a un ulteriore innalzamento della tensione nella regione» ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Ricordiamo che nell’attacco di martedì nel cuore di Istanbul erano morti 10 tedeschi, l’autore dell’attacco è stato Nabil Fadli, un 27enne siriano nato in Arabia Saudita. Il ministro dell’Interno tedesco, Thomas De Maiziere, ha però precisato che non ci sono certezze sulla reale identità dell’uomo. Tra mercoledì e giovedì erano state arrestate altre sette persone, tutte legate all’Isis, per presunte responsabilità nell’attentato. Arrestati anche tre cittadini russi, di cui uno, Aydar Suleymanov è da diverso tempo sospettato di avere legami con lo stato islamico.