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Usa, Trump firma e mette fine allo shutdown del governo

Shutdown

Con un via libera dei democratici al Senato e la firma di Trump gli Usa rinviano lo shutdown all'otto febbraio. I "dreamers" temono per la loro sorte.

Ieri il governo Usa ha sbloccato la situazione fino all’otto febbraio. I democratici hanno accettato un compromesso sul bilancio, ma la questione resta ancora tutta da risolvere. Il blocco era iniziato venerdì scorso: in cambio del voto sul bilancio federale i democratici chiedevano garanzie sulle sorti dei “dreamers”. Il blocco ha comportato per tre giorni la chiusura di numerosi uffici pubblici, coinvolgendo 692 mila dipendenti pubblici Tuttavia servizi essenziali come la Difesa e la sicurezza hanno continuato a svolgere le loro funzioni.

Fine dello shutdown Usa

Cominciamo con il chiarire che cosa è esattamente lo shutdown: è un impasse che si verifica quando il Congresso non approva la legge che rifinanzia annualmente le attività amministrative federali. I democratici hanno cercato di fare ostruzionismo, utilizzando il rifinanziamento federale come merce di scambio per maggiori garanzie ai “dreamers”. Si tratta di circa 700 mila immigrati irregolari arrivati negli States da bambini portati dai propri genitori e protetti da un programma dell’amministrazione Barack Obama. Il problema è sorto quando Donald Trump lo scorso settembre aveva deciso di cancellare quel programma, il DACA ( “Deferred Action for Childhood Arrivals”). In questi mesi ci sono state molte trattive da repubblicani e democratici sulla questione, ma nessuna delle due parti in cause aveva intenzione di fare delle concessioni. Fino ad arrivare allo shutdown che ha paralizzato un terzo del totale dei dipendenti pubblici. I parlamentari, soprattutto democratici, erano intenzionati a porre fine al blocco governativo poiché causa di gravi problemi per i cittadini e per l’economia dello stato federale. Entro l’8 febbraio però la situazione dovrà essere superata non con una legge temporanea. Ora democratici e repubblicani dovranno cercare un accordo su immigrazione e sicurezza.

Vincitori e sconfitti dall’accordo

I Repubblicani del congresso hanno mantenuto il loro terreno quando il governo ha chiuso dopo la scadenza della mezzanotte di venerdì. I democratici si sono compromessi molto di più per la riabilitazione del governo federale. Il presidente Trump inoltre esce rafforzato dalla fine dello shutdown e si presenterà venerdì 26 al forum economico di Davos rivendicando numerosi successi: taglio delle tasse, boom borsistico, 2 milioni di nuovi posti di lavoro, le grandi imprese che tornando a investire negli Usa. Trump ha twittato in questo modo dopo la fine dello shutdown: “Grande vittoria per i repubblicani mentre i democratici crollano all’arresto. Ora voglio una grande vittoria per tutti, inclusi repubblicani, democratici e DACA, ma soprattutto per la nostra grande sicurezza militare e di frontiera. Dovrebbe essere in grado di arrivarci. Ci vediamo al tavolo dei negoziati!”

Sconfitti invece sembrano i democratici, che cercavano uno scambio politico tra la concessione della cittadinanza ai “sognatori” da parte dei repubblicani in cambio di un loro permesso a finanziare il muro di confine con il Messico voluto da Trump. Rischiano grosso anche gli stessi “sognatori”, che difficilmente saranno al sicuro dalla deportazione alla scadenza del temporaneo accordo