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Vaccino anti Covid, cosa sappiamo finora sulla terza dose di richiamo

vaccino terza dose

A oggi non è chiaro quanto durerà l'immunità data dal vaccino anti Covid, tanto che in molti danno per scontata la somministrazione di una terza dose.

Mentre la campagna di somministrazioni del vaccino anti Covid prosegue in gran parte del mondo, si fa sempre più concreto lo scenario in cui l’umanità sarà costretta a convivere con il virus Sars-Cov-2 nei prossimi anni. Secondo molti ricercatori infatti l’attuale piano vaccinale non basterà a proteggere la popolazione per eventuali future ondate epidemiche, tanto che in alcuni casi ci si sta già preparando “aggiornare” le difese del nostro sistema immunitario con una terza dose di vaccino.

Vaccino, cosa sappiamo sulla terza dose

Se infatti per praticamente tutti i vaccini a disposizione attualmente è nota l’efficacia contro i coronavirus, ancora molto poco si sa invece sulla durata dell’immunità, sia per quella conseguente alla somministrazione della dose sia per quella dovuta a un’infezione naturale del virus. Nel primo casi si ipotizza che possa essere di 9-12 mesi, mentre il per il secondo almeno di 6-8 mesi, anche se al momento l’unica certezza è che non basterà vaccinarsi una volta sola per essere protetti tutta la vita dal coronavirus.

Un richiamo periodico del vaccino anti Covid potrebbe infatti diventare fondamentale soprattutto a fronte delle nuove varianti del virus (come quella brasiliana o quella sudafricana) che potrebbero mutare a tal punto da aggirare gli anticorpi neutralizzanti. Il Regno Unito ad esempio si sta già attrezzando per somministrare la terza dose di vaccino alla popolazione a partire dal mese di settembre, come confermato anche dal sottosegretario alla Sanità Nadhim Zahawi: “Alcune persone riceveranno tre dosi nel giro di dieci mesi”.

Le sperimentazioni di Pfizer

Proprio nelle scorse settimane l’azienda farmaceutica Pfizer ha annunciato di star facendo partire un trial clinico nel quale verrà valutata l’efficacia di un richiamo di una terza dose di vaccino. L’amministratore delegato Albert Bourla ha infatti dichiarato: “Anche se non abbiamo prove che le varianti circolanti comportino una perdita della protezione fornita dal nostro vaccino, stiamo adottando più misure per agire con decisione ed essere pronti nel caso in cui un ceppo diventi resistente al vaccino. Questo studio di richiamo è fondamentale per comprendere la sicurezza e l’immunogenicità di una terza dose contro i ceppi circolanti”.