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Genova intitola una via a Quattrocchi, Tursi dice sì

QUATTROCCHI

Tursi dice sì al via di una strada o piazza in onore del ricordo di Fabrizio Quattrocchi, la guardia di sicurezza morto in Iraq per mano terrorista

Genova avrà una via intitolata a Fabrizio Quattrocchi, alla guardia di sicurezza privata rapita e uccisa in Iraq nel 2004. Così ieri il consiglio comunale della città ha approvato in maggioranza la mozione presentata dal centrodestra in cui il documento domanda a giunta e commissione toponomastica di individuare la strada entro sei mesi.

Il documento

Il documento è stato approvato con 23 voti favorevoli del centrodestra – astenutosi Mario Baroni di Forza Italia, 14 no dal Pd, Movimento 5 stelle, lista Crivello e un altro astenuto Paolo Putti (Chiamami Genova) -.

Tale documento era già stato presentato senza avere vittoria, dopo il no a una mozione similare nel periodo della giunta Doria e oltremodo a fine agosto presso Sala Rossa anche per le assenze nella fila della maggioranza.

Ieri, questa battaglia in onore di Quattrocchi è stata schiacciante col ricordo della frase diventata storica prima di essere barbaramente ucciso: “Adesso vi faccio vedere come muore un Italiano”.

Questa frase ha commosso l’intera popolazione italiana e per il centrodestra – An – era diventato un vero e proprio simbolo di eroismo patriottico.

Molte polemiche per arrivare a un si per avere via libera per intitolare la strada a Quattrocchi. Lo scontro sulla sua figura è avvenuto anche ieri in Sala Rossa. Putti, ad esempio, aveva mostrato da subito avversione con la proposta di aggiungere un riferimento ad altre vittime del terrorismo internazionale ma in tutta risposta Campanella ha detto un no categorico.

Così come il consigliere del Pd, Stefano Bernini, ha voluto sottolineare il suo malcontento dicendo: “Non chiamo eroico l’atto di chi va a fare una guerra per uno straniero”.

Comunque sia da ieri la decisione è ufficiale e Campanella ha detto: “Ci aspettiamo che sia una strada o una piazza di rilievo dato che Genova è stata ritardataria nel dare il giusto ricordo a Quattrocchi rispetto a città quali Assisi, Milano, Giarre e altre località italiane”

Il ruolo di Quattrocchi è da sempre stato motivo di controversia addirittura subito dopo la sua morte. Iniziando da una polemica sul luogo del suo funerale che, dopo tante parole, si è svolta in chiesa in forma solenne nella cattedrale di San Lorenzo e ufficiata dal cardinale Tarcisio Bertone che nell’occasione aveva citato un messaggio di Giovanni Paolo II.

Al funerale erano presenti il vicepresidente Gianfranco Fini, l’allora presidente alla Camera Pier Ferdinando Casini e Ignazio La Russa che aveva espresso la sua contrarietà al fatto che vi fosse un solo assessore all’amministrazione comunale di Genova.

Nel 2006, ossia due anni dopo e durante la campagna elettorale delle politiche, di nuovo uno scontro pe il conferimento a Quattrocchi della medaglia d’oro al valore civile alla memoria deciso dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e dall’allora ministro dell’interno Giuseppe Pisanu per “l’eccezionale coraggio ed esemplare amore di Patria”.

Tale decisione allora ha naturalmente mosso il malcontento e suscitato l’indignazione dei familiari vittime di Nasiriya che non avevano ottenuto alcun riconoscimento.

Da ricordare le parole di Marco Intravaia, figlio del vicebrigadiere dei Carabinieri Domenico Intravaia morto a Nassiriya il 12 novembre 2003, che a malincuore diceva: “L’Italia tutta pianse i suoi diciannove caduti che, per la Patria, immolarono la propria vita. Oggi, purtroppo, a piangere siamo rimasti solo noi familiari e quei tanti semplici e umili italiani che, a distanza di così tanto tempo, continuano a ricordarli intonando loro strade, piazze e scuole”.