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Viola il coprifuoco per andare dalla fidanzata e viene multato: il giudice annulla la sanzione

Marco Dialuce

Viola il coprifuoco per andare dalla fidanzata e viene multato: il giudice annulla la sanzione e coinvolge la Prefettura di Macerata nelle spese d'aula

Viola il coprifuoco per andare dalla fidanzata e viene multato ma giudice annulla la sanzione ed accoglie il ricorso stilato dal suo difensore, uno studente 21enne al secondo anno di Giurisprudenza con le idee molto chiare. Protagonista della vicenda un ragazzo residente a Pioraco, in provincia di Macerata. Al giovane era stata comminata una multa di 533 euro perché fermato mentre rientrava a casa in violazione delle restrizioni anti covid. E la multa andava o pagata o impugnata, poco da fare.

Viola il coprifuoco e viene multato, il ricorso

A quel punto era entrato in gioco il rappresentante delle tutele legali del multato,  Marco Dialuce, 21 anni, studente al secondo anno di giurisprudenza. Lo studente ha presentato ricorso per l’annullamento della sanzione amministrativa, ricorso che il Giudice di Pace ha accolto e si appresta a motivare secondo procedura.  Ma non basta: il dispositivo ha anche coinvolto la Prefettura di Macerata nella compensazione delle spese processuali. 

Una vittoria in punto di Diritto

E Dialuce ha spiegato le dinamiche in punto di Diritto della sua opposizione: “Ho fondato il ricorso sull’incostituzionalità del coprifuoco, trattandosi di una misura restrittiva della libertà personale. Ho difeso il mio amico ai sensi dell’articolo 317 del Codice di Procedura Civile, il quale permette a un soggetto sanzionato di farsi rappresentare da una persona di fiducia, che può anche non essere avvocato, nelle cause per multe di entità inferiore a 1.100 euro”. 

Restare a casa? Materia solo penale

Poi ha proseguito: “Nel nostro ordinamento giuridico, l’obbligo di permanenza domiciliare è una sanzione di tipo penale e solo il giudice con atto motivato può disporla. Pertanto, è incostituzionale disporre un coprifuoco attraverso un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che è un atto amministrativo gerarchicamente inferiore alla legge, e lo sarebbe anche se fosse disposto con un atto avente forza di legge”. 

Dalla Costituzione non si deroga

E ancora: “Non esistono deroghe ai principi costituzionali, se non in caso di guerra, e anche l’emanazione dello stato di emergenza è illegittima, perché il governo non ha ricevuto neppure una legge delega dal Parlamento che gli conferisca i poteri necessari per incidere su diritti costituzionalmente garantiti. Lo sta facendo appellandosi al decreto legislativo numero 1 del 2018, che però si occupa dell’organizzazione materiale e logistica per fare fronte a emergenze calamitose, come il terremoto, e non conferisce in nessun modo allo Stato poteri pieni sui cittadini”.