Alessandra Boga Oggi si celebra il 23° “compleanno” degli sms. Infatti 23 anni fa, il 3 Dicembre 1992, veniva inviato il 1° messaggio della storia: “Merry Chrismas”, un auguro per il Natale ormai non troppo lontano. Lo spediva ad un collega un ingegnere inglese di nome Neil Papworth, che lavorava alla Vodafone. Ma non era ancora possibile inviarlo da un telefonino all’altro, così Papworth dovette usare il proprio personal computer. Si dovette attendere ancora un anno per fare altrimenti: lo fece un ragazzo finlandese, Riku Pihkonen, che era impegnato in uno stage alla Nokia.
Il successo mondiale degli sms, in particolare tra gli adolescenti, si ebbe alla fine degli Anni Novanta e nello stesso periodo cominciò ad essere usato l’acronimo di SMS per Short Message Service, “servizio di messaggio corto”. In tutto sono disponibili 160 caratteri per una comunicazione veloce, ben più rapida che in una telefonata – anche considerando le abbreviazioni “usate dai giovani”: persino “nn” al posto di “non”, più lungo di una sola lettera, idem “k” al posto di “ch” –. E’ nato così un nuovo linguaggio, adottato nell’abituale modo di scrivere giovanile e persino nei media e nella comunicazione commerciale.
Molti, soprattutto delle precedenti generazioni, lamentano che in tal modo si è cominciato a non comunicare più direttamente ma con un mezzo tecnologico, come se “parlare” fosse una perdita di tempo. Tuttavia “con un semplice SMS”, è possibile dal 2005 anche esprimere solidarietà inviano 1 euro per questa o quella causa benefica di qualche onlus, organizzazione non a fine di lucro.
Statistiche del 2010 parlavano di 6.100 miliardi di SMS inviati in un anno, ovvero circa 193.000 al secondo. Poi sarebbe nata la messaggeria istantanea (in pimis WhatsApp), consentita dagli smartphone e dai tablet di recente fabbricazione o, come si usa dire tecnicamente, smartphone e tablet “di ultima generazione”. Da quando è stato inviato il primo sms, è effettivamente passato molto tempo.
