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Cadute in ospedale: come chiedere i danni

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Le cadute all’interno delle strutture sanitarie sono una delle principali cause di richieste dei risarcimento del danno da parte di persone ricoverate. Con l’accettazione, infatti, si conclude automaticamente un contratto (detto di spedalità) tra paziente e struttura sanitaria e quest’ultim...

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Le cadute all’interno delle strutture sanitarie sono una delle principali cause di richieste dei risarcimento del danno da parte di persone ricoverate. Con l’accettazione, infatti, si conclude automaticamente un contratto (detto di spedalità) tra paziente e struttura sanitaria e quest’ultima è obbligata, per tutto il periodo del ricovero, a garantire al malato più prestazioni, tra cui la principale è quella medica; tra le altre è compresa quella della messa in sicurezza e la protezione dai pericoli che possono verificarsi al pronto soccorso o all’interno del nosocomio. L’assenza di mezzi di protezione, ad esempio una barella priva delle sbarre, comporta una responsabilità. Ci si può quindi rivolgere ad un legale, muniti del certificato di pronto soccorso o della cartella clinica che conferma la non autosufficienza e la necessità di una vigilanza speciale del paziente.

L’avvocato spiegherà come si sono svolti i fatti, fornendo i nominativi di eventuali testimoni. Poi, il professionista provvederà ad inviare una lettera di apertura del sinistro all’ospedale, chiedendo i dati dell’assicurazione della struttura con cui successivamente cercherà dir aggiungere un accordo per il risarcimento. L’ospedale è tenuto a rispondere con un risarcimento anche se cade un parente in visita (naturalmente solo se la caduta si è verificata a causa di un’inadeguata manutenzione dell’area della struttura sanitaria, ad esempio per la presenza di pavimento scivoloso non segnalato, o di una buca in cortile non visibile.