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Canton Ticino: salario minimo fissato a 3000 euro

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La Svizzera introduce il salario minimo di 19 franchi l’ora per un totale di, circa, 3 mila euro al mese.

Il governo elvetico ha tradotto in franchi la richiesta del referendum di 2 anni fa che chiedeva di fissare un compenso sotto il quale non si può lavorare. Lo stipendio minimo in Canton Ticino è stato quindi fissato a 3 mila euro al mese. Questa cifra, però, non soddisfa coloro che vorrebbero un salario maggiore per tutelare i residenti da quello che viene definito “dumping seriale” che riguarda chi arriva dal confine.

Il salario in Canton Ticino

In Canton Ticino è stato introdotto un salario minimo di 19 franchi l’ora, per un totale di 3 mila euro al mese. Ma quella cifra non basta, perché lo scopo non è quello di far felici gli svizzeri ma di rendere più poveri gli italiani cui uno stipendio simile sembrerà roba dell’altro mondo.

Ma il salario svizzero destinato per legge a ciascun lavoratore del Canton Ticino, dal cassiere al postino, in realtà ha qualcosa a che vedere con l’Italia; infatti è stato proposto, votato ed ora dovrà essere tradotto in atti dal governo proprio per colpire i frontalieri che sono per la maggior parte italiani e che si accontentano di una paga mediamente inferiore al 25% rispetto a quella dei residenti consentendo in questo modo il verificarsi di quel fenomeno chiamato drumping seriale.

In questo senso, aver posto il salario minimo a 3 mila euro al mese, ha come scopo quello di contenere il drumping seriale agendo direttamente su chi da il lavoro, quindi sui datori che, in questo modo, non potendo pagare nessuno meno di un altro, probabilmente, opteranno per un lavoratore svizzero. Il tentativo è quello di allentare la pressione da fuori, ma sembra che stia avendo un effetto collaterale che scontenta soprattutto i residenti che già percepiscono uno stipendio minimo che, però, supera di gran lunga quello attualmente proposto di 3 mila euro al mese.

Il dumping seriale

Cos’è questo dumping seriale di cui si parla tanto oggi? Con il termine dumping si indica, in Diritto, una procedura di vendita di un determinato bene o di un servizio in un mercato estero, ad aun prezzo di vendita inferiore rispetto a quello dello stesso prodotto sul mercato originale. Il dumping seriale in relazione alla questione svizzera e del Canton Ticino riguarda, quindi, proprio il salario del lavoratore estero che viene svalutato rispetto al suo reale valore nel paese di origine.

Il referendum sui Frontalieri infatti, ha posto le basi per una discriminazione di reddito a seconda della provenienza del lavoratore. Secondo i rappresentanti del mondo economico svizzero, il salario minimo riguarderà solo 9100 persone, di cui 6500 frontalieri, mentre metterà in difficoltà aziende, commerci, piccole attività artigianali che hanno margini di guadagno sensibilmente inferiori e che sono sottoposte a forte competitività. Verdi e Socialisti, promotori dell’iniziativa, ritengono invece che la cifra decisa dell’esecutivo sia ancora troppo bassa sottolineando che il Ticino è il Cantone con il più alto tasso di povertà della Svizzera.