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CGIL Susanna Camusso contro i licenziamenti nella PA

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La segretaria generale della CGIL Susanna Camusso contro la ministra Marianna Madia e i licenziamenti nella Pubblica Amministrazione. Susanna Camusso contro il governo. La segretaria generale della CGIL si scaglia in particolare contro la ministra senza portafoglio per la Semplificazione e la Pubb...

La segretaria generale della CGIL Susanna Camusso contro la ministra Marianna Madia e i licenziamenti nella Pubblica Amministrazione.

Susanna Camusso contro il governo. La segretaria generale della CGIL si scaglia in particolare contro la ministra senza portafoglio per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia.

Al centro della polemica c’è il decalogo per il licenziamenti nella Pubblica Amministrazione che di recente è stato portato in primo piano dal Ministero. Un decalogo in cui Susanna Camusso ha dichiarato di non intravedere “nessuna novità” vera. Solo parole, secondo la segretaria CGIL, per parlare per l’ennesima volta del solito tema dei licenziamenti nella PA.

Secondo Susanna Camusso il decalogo ministeriale è la ‘solita scappatoia’

“Mi sembra”, ha dichiarato Susanna Camusso ad Ancona in occasione di una manifestazione sindacale, “la solita scappatoia che nel momento in cui non hanno proposte, cercano di intervenire sulla pubblica amministrazione invocando i licenziamenti. Che è un ritornello che sentiamo da lungo tempo”.

“La cosa che non si capisce invece”, ha proseguito, “e che mi sembra molto più importante è come intendono attuare l’accordo del 30 novembre per dare effettivamente il via al rinnovo dei contratti pubblici, cancellando quelle parti di legislazione, in particolare la legge Brunetta e la Buona Scuola, che hanno sottratto materia alla contrattazione, ma soprattutto ha sottratto la capacità di rendere la pubblica amministrazione aderente alla realtà”.

Cosa dice il decalogo Madia per i licenziamenti

Il decalogo della ministra Marianna Madia individua alcune situazioni definite da “alert”, ovvero tali da risultare meritevoli di approfondimento e, dopo la giusta valutazione, punibili con un licenziamento.

Ecco alcuni dei punti chiave suggeriti dal Ministero.

In primo luogo si parla della falsa attestazione della presenza in servizio (si tratta dei cosiddetti “furbetti del cartellino”). Poi ci sono lo scarso rendimento e varie forme di abuso più o meno gravi (dall’utilizzo delle auto di servizio, all’accettare regali troppo costosi). Infine il fatto di ignorare in maniera deliberata illeciti che sono sotto gli occhi di tutti (anche in questo caso c’è un riferimento ai furbetti del cartellino).