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Liberando le tartarughe a Monterrico, Guatemala

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LA NOSTRA AVVENTURA Nel Novembre del 2011, la mia famiglia ha trascorso due giorni a Monterrico, sulla costa del Pacifico del Guatemala. Mentre eravamo lì, siamo andati raramente a visitare la spiaggia, quindi quando lo abbiamo fatto, è stata una occasione speciale per i bambini. Per renderla a...

LA NOSTRA AVVENTURA

Nel Novembre del 2011, la mia famiglia ha trascorso due giorni a Monterrico, sulla costa del Pacifico del Guatemala. Mentre eravamo lì, siamo andati raramente a visitare la spiaggia, quindi quando lo abbiamo fatto, è stata una occasione speciale per i bambini. Per renderla ancora più speciale, abbiamo avuto la possibilità di contribuire a liberare le tartarughe di mare. E ‘stata un’avventura entusiasmante per i miei figli, che avevano 4 e 5 anni all’epoca, ma anche per noi adulti, che non lo dimenticheremo mai!

Spero di tornarci, un giorno,e rivedere la spiaggia e le tartarughe con i miei figli, specialmente ora che abbiamo un altro bambino. Credo che anche lui amerebbe le piccole tartarughe.

Queste piccole tartarughe purtroppo sono in pericolo. Al Tortugario di Monterrico, in cui siamo stati, la missione è quella di preservare le uova di tartaruga dai predatori e dalla mano dell’uomo. I volontari quindi devono pattugliare le spiagge durante la stagione delle uova, per trovare le madri mentre le depongono. Le uova vengono poi riportate al sicuro fino a quando si schiuderanno e le baby tartarughine verranno rilasciate nel loro ambiente marino.

Il problema è che le uova di tartaruga vengono vendute a buon prezzo sul mercato. Ovviamente è illegale raccoglierle, ma questo non ferma i bracconieri. Il Tortugario, insieme ad altri due centri per la salvaguardia delle tartarughe nella zona, cerca quindi di salvare il maggior numero di queste piccole ed incredibili creature marine.

Quando si visita il Tortugario, è possibile vedere le piccole tartarughe in una vasca di detenzione, in attesa di essere rilasciate al tramonto. I turisti pagano circa $ 1,25 per poter rilasciare una tartarughina. la quota è minima, ma serve per aiutare il centro a continuare la propria missione. Tutte le persone che partecipano al salvataggio, devono restare dietro alla “loro” tartaruga per tenere a bada i predatori e far si che la piccola abbia un passaggio sicuro verso l’oceano. E’ importante che le piccole possano attraversare almeno una parte della spiaggia in modo che siano in grado di riconoscerla e tornare, in futuro, a deporre le uova a loro volta.

Si tratta di un evento emozionante, in cui tutti fanno il tifo perché la propria tartaruga riesca a raggiungere l’oceano.

LA NOSTRA ESPERIENZA:

In realtà, all’inizio non ci saremmo mai aspettati di partecipare alla liberazione delle tartarughe. La nostra intenzioe era quella di andare in spiaggia per goderci il sole e l’acqua, ma la sabbia nera era veramente calda! Troppo calda per i piccoli piedi dei miei bambini. Così siamo andati a fare una passeggiata e ci siamo imbattuti, per caso, nel Tortugario di Monterrico, proprio lungo la strada che portava al nostro hotel.

Il Tortugario è un piccolo posto strano contornato da vasche di cemento, dove si possono vedere una varietà di iguane ed altre creature, oltre ad un piccolo museo di legno pieno di serpenti in salamoia e piedi (si, piedi!) , tra le altre cose. Dall’altra parte della strada, proprio sulla spiaggia, c’è una sezione dedicata alle tartarughe. Si possono osservare tartarughe grandi, piccole e piccolissime, ed è stato lì che abbiamo appreso della liberazione tartarughe al tramonto.

Quando l’ora stabilita è arrivata, i ragazzi sono stati davvero entusiasti e sono letteralmente volati in spiaggia, al posto che ci era stato indicato per liberare le piccole. Dopo un pò i volontari hanno tirato fuori un grande secchio di gomma pieno di piccole tartarughe. Ognuno di noi ha preso la sua tartarughina ed abbiamo atteso istruzioni.

Il mio figlio più grande era troppo nervoso per tenere testa alla tartaruga che gli si agitava nella mano, ma il più piccolo sapeva proprio farci. Ha tenuto la sua tartarughina con molta attenzione e quando questa si è agitata, allargando le pinne, ha esclamato, ridendo: “Sta cercando di volare!”

Finalmente, abbiamo deposto con delicatezza le tartarughe nella sabbia, e, standocene un pò in disparte per lasciarle passare, abbiamo ammirato la loro lotta verso le onde. I bambini sono rimasti affascinati!
Quando l’ultima tartaruga è scomparsa nelle onde, ci siamo diretti in albergo, ma i ragazzi hanno continuato a parlare con entusiasmo dell’esperienza. ne hanno parlato per giorni e ancora mi chiedono di guardare insieme le foto.