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Meningite, Il giovane ricoverato è morto all’ospedale di Imola

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Meningite colpisce ancora. E' morto il giovane 17enne ricoverato presso l'ospedale di Imola. Il ragazzo è stato colpito da una meningite batterica grave.

Meningite colpisce ancora. E’ morto il giovane 17enne ricoverato presso l’ospedale di Imola. La provincia di Bologna piange il giovane ragazzo che era stato colpito da una meningite batterica la quale lo aveva costretto al ricovero con urgenza. Il ragazzo si trovava in gravissime condizioni quando ha raggiunto l’ospedale. Non sono bastate le forze e l’impegno dei medici per salvarlo, la malattia era troppo forte. Il 17enne era in prognosi riservata e fin dal primo momento si sospettava uan forma molto grave del batterio.

Meningite, il caso

Accade nella provincia di Bolgona, ad Imola, presso l’ospedale della città è deceduto un ragazzo di 17 anni. Il giovane era stato ricoverato d’urgenza qualche giorno fa e ha raggiunto la struttura ospedaliera in gravissime condizioni. Il giovane aveva contratto il batterio pontentissimo “meningococco di tipo b“. Una delle forme più gravi. Per lui purtroppo non c’è stato niente da fare. Ma è stata attivata un’azione preventiva molto urgente per arginare il caso di contagio.

Prevenzione

L’ospedale ha subito iniziato un’azione preventiva d’urgenza per evitare che qualcun’altro possa contrarre il batterio. A tutte le persone che sono state a contatto con lui è stata somministrata la profilassi antibiotica che serve appunto per abbattere il rischio di contrarre a loro volta la malattia. Il caso è stato subito segnalato al dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl imolese. Quindi anche se il rischio di contrarre la malattia è basso, sono state avanzate le misure di prevenzione. Lo stesso vale per gli operatori sanitari che sono stati in contatto con il soggetto affetto dalla malattia.

Il meningococco

L’Ausl ha spiegato le caratteristiche di questo batterio terribile. Purtroppo è molto facile contrarlo perchè si trasmette attraverso la saliva o il muco che vengono emessi quando si parla, oppure tossendo o starnutendo. La profilassi quindi è stata largamente consigliata a tutti gli individui che sono stati in contatto con il ragazzo. Sono coinvolte però soltanto le persone che sono state a contatto nei dieci giorni precedenti l’avvento dei sintomi della malattia.

Tutte queste persone, è importante, devono tenere sotto stretto controllo i sintomi come febbre alta, cefalea intensa, vomito, rigidità nucale, agitazione e torpore. Il batterio, dichiara, che è presente nelle prime vie aeree del 5/10% di tutta la popolazione. Ma raramente questo germe provoca meningite o setticemia. Solitamente muore rapidamente appena giunge al di fuori delle persone che lo ospitano.

Altro caso

Un altro caso riguarda la provincia di Messina. Un bambino di quattro anni è deceduto presso il Policlinico di Messina. Anche in questo caso il batterio contratto è il mengicocco di tipo B che ha ucciso un piccolo di soli quattro anni. Gli esami sul campione sono stati effettuati presso la città di Firenze, nel laboratorio di immunologia e allergologia dell’istituto Meyer. Il piccolo, dopo l’asilo, ha cominciato ad accusare febbre alta e piccole macchie sul viso.

I primi sintomi della malattia. Nel pomeriggio ha cominciato poi a peggiorare. Ha iniziato con una crisi respiratoria che ha obbligato i genitori a trasportarlo d’urgenza al pronto soccorso di Acireale. La situazione però era piuttosto grave quindi i medici hanno deciso di trasportarlo al Policlinico di Messina, dove però il suo corpicino non cel’ha fatta.