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Totò Riina: sequestrato il patrimonio del capo dei capi

Totò Riina

L'esecuzione di un decreto ha portato al sequestro di beni per oltre un milione e mezzo di euro appartenenti a Totò Riina e al suo nucleo familiare

Una richiesta della Procura di Palermo ha emesso un decreto di sequestro dei beni nei confronti del capo dei capi Totò Riina e del suo nucleo familiare.

Totò Riina, a quanto pare, non smette mai di far parlare di sé. Di pochissimo tempo fa era la proposta di porre fine al carcere duro a cui è stato condannato nel 1993, a causa delle condizioni di salute del capo di Cosa Nostra. Adesso i carabinieri del Ros hanno scoperto un vero e proprio tesoro appartenente a lui e ai suoi familiari. Il boss possedeva una villa a Mazara del Vallo e ben 38 conti correnti diversi intestati ai suoi familiari. Lucia, la figlia di Totò Riina, solo un mese fa lamentava sui giornali di non aver ricevuto il bonus bebè. A lei sono intestati un conto in banca, un deposito e un secondo conto alle Poste. Non è l’unica, in ogni caso: Maria Concetta, la figlia più grande, ha tre conti alle Poste e uno in banca.

Totò Riina: le indagini sui beni sequestrati

Le indagini del Ros sono il completamento di una più generale attività di contrasto portata avanti dai Carabinieri nei confronti del potente mandamento mafioso di Corleone. Il boss è uscito depotenziato negli ultimi cinque anni dagli esiti delle indagini Patria, All Stars e Grande Passo. La ricerca delle forze dell’ordine ha consentito di individuare e colpire il patrimonio occulto riconducibile a Salvatore Riina. Ma anche alla moglie Ninetta Bagarella e ai figli, Giuseppe Salvatore, Maria Concetta e Lucia.

Durante le indagini è emersa la significativa e continuativa disponibilità di denaro contante della famiglia. In particolar modo a trarre beneficio era la moglie. Ninetta, nonostante i molteplici sequestri di beni mobili avvenuti nel tempo e a fronte dell’assenza di redditi ufficiali, è riuscita a emettere tra il 2007 e il 2013 assegni per un valore di oltre 42.000 mila euro a favore dei congiunti rinchiusi in carcere.

Le intercettazioni e le dichiarazioni di Totò Riina

Totò Riina l’aveva detto: “Se recupero pure un terzo di quello che ho, sempre ricco sono”. Questo emergeva dalle intercettazioni in carcere ordinate dai pm del processo Trattativa Stato-mafia. “Se recupero recupero, e se non recupero, pazienza. Se li gode la gente e i picciotti“, aveva spiegato il boss. “Le proprietà sono mie e di mio nipote. Questo mio nipote è importante“. Il nipote di cui si parla Totò Riina è chiamato il “messia“, alias Giovanni Grizzaffi. L’uomo nel frattempo è stato scarcerato ed è tornato a Corleone il 5 luglio.