> > Aida Yespica: “Stuprata da un amico di famiglia a 7 anni, mio padre morto f...

Aida Yespica: “Stuprata da un amico di famiglia a 7 anni, mio padre morto fra le mie braccia”

Aida Yespica

La Yespica: “Stuprata da un amico di famiglia a 7 anni, ricordo tutto, il suo odore, la sua corporatura, era un uomo con una vistosa gobba"

Aida Yespica racconta in una toccante intervista i due momenti più bui della sua vita in una lunga intervista a Libero Quotidiano: “Io sono stata stuprata da un amico di famiglia a 7 anni, e mio padre morto fra le mie braccia”. In quell’intervista la Yespica ha messo il focus su due episodi della sua esistenza che l’hanno segnata per sempre. 
“Sono sempre stata rispettata nel mondo del lavoro e mai nessuno è andato oltre il corteggiamento”. 

Aida Yespica stuprata da un amico di famiglia: la terribile confessione dopo tanto tempo

Poi il racconto di quello che purtroppo è accaduto a tante altre: “Però c’è una cosa che mi fa ancora oggi molto male, ed è lo stupro che ho ricevuto quando avevo sette anni da un amico di famiglia che veniva sempre a casa da noi”. Poi Yespica ha spiegato: “Pensa che è tale il dolore che avevo rimosso totalmente quel momento, finché nel 2016 una mia amica mi racconta di una sua violenza subita”. 

Stuprata da un amico di famiglia, la Yespica: “Ricordo tutto, aveva la gobba”

E una diga si rompe e il tono si fa dolorosissimo: “Piano piano riaffiora alla mia memoria quel momento orrendo. Ricordo tutto, il suo odore, la sua corporatura, era un uomo con una vistosa gobba, le sue mani che toccavano e accarezzavano”. Un altro trauma è stato quella della morte del padre di Aida: “Papà è stato un uomo straordinario, che se n’è andato troppo presto. E io l’ho visto morire tra le mie braccia”. 

Aida stuprata da un amico di famiglia e su suo padre la Yespica ricorda: “Sembrava che si aspettasse di morire”

Poi prosegue: “Sembrava che mio padre si aspettasse di morire. Avevo diciassette anni e vivevamo a casa di mia zia, in quanto la nostra era stata spazzata via dalla piena del fiume sulla cui riva era stata costruita. Mio papà non voleva che mi allontanassi troppo in quei giorni e mi continuava a dire ‘e se non sto bene cosa faccio?’. Pensa che ero da poco ritornata dall’Italia proprio perché capivo che stava male”.