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Caso Cospito, Governo: "Non si scende a patti con chi minaccia"

La premier Giorgia Meloni

La netta presa di posizione del Governo sulla vicenda dell'anarchico che sta facendo lo sciopero della fame: "Non si scende a patti con chi minaccia"

Sugli ultimi sviluppi del caso Cospito il governo guidato da Giorgia Meloni ha una linea netta: “Non si scende a patti con chi minaccia”. Dopo il proiettile recapitato al Tirreno il Sottosegtetario alla Giustizia è stato durissimo ed ha spiegato a chiare lettere come la pensa l’esecutivo. L’intelligence è in allerta è massima per i recenti attentati collegati alla vicenda.

“Non si scende a patti con chi minaccia”

Una vicenda a cui ha messo suggello una nota di Andrea Delmastro, deputato di FdI e sottosegretario alla Giustizia: “Il serpentone di violenza anarchica in Italia e all’estero contro lo Stato italiano dovrebbe far riflettere quella sinistra lunare che chiede la revoca del 41 bis nei confronti di Cospito”. E ancora: “Gli attentati di ieri, già preceduti dalla busta con proiettile recapitata al Procuratore Generale di Torino Saluzzo, sono la prova più evidente della necessità del mantenimento del 41 bis”. Poi la chiosa durissime: “Lo Stato non si minaccia ed in ogni caso lo Stato non arretra e non si piega“.

“Se Cospito muore i giudici sono obiettivi”

Gli ha fatto eco il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè: “Il primato delle legge non può e non deve inchinarsi alla violenza o una inaccettabile pressione esterna”. Poche ore fa una busta contenente un proiettile era stata recapitata al direttore del Tirreno, Luciano Tancredi. Oltre al proiettile nella busta c’era anche un foglio a quadretti con su scritto “Se Alfredo Cospito muore i giudici sono tutti obiettivi. Due mesi senza cibo. Fuoco alle galere”.