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Conte rimette l'incarico, rischio di scontro istituzionale

mattarella

Sergio Mattarella ha spiegato pubblicamente le ragioni che hanno determinato le sue scelte. M5S e FdI ne chiedono l'impeachment.

Il Presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte ha rimesso l’incarico al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’Italia perciò è ancora senza un nuovo governo e sull’orlo di una crisi tra istituzioni.

Le parole di Conte

“Come vi è stato anticipato, ho rimesso il mandato a formare il governo di cambiamento” ha detto Conte davanti alla stampa. “Vi assicuro che ho profuso la massima attenzione il massimo sforzo per adempiere questo compito (la nascita dell’esecutivo, ndr), in un clima di piena collaborazione con le forze politiche che mi hanno designato” conclude Giuseppe Conte, dopo aver ringraziato il capo dello Stato.

Il discorso di Mattarella

Il Presidente della Repubblica è intervenuto pubblicamente per spiegare le cause che hanno portato alla decisione di oggi. Mattarella ha ricordato tutti gli eventi intercorsi tra le elezioni del 4 marzo e l’incarico conferito a Conte, “(…) superando ogni perplessità che un governo politico fosse guidato da un Presidente non eletto in Parlamento. Ho accompagnato questo tentativo com’è mio dovere in presenza di una maggioranza parlamentare, secondo le regole della Costituzione”. Il capo dello Stato riferisce di aver detto ai leader di Lega e Movimento 5 Stelle che avrebbe prestato particolare attenzione alla nomina di determinati esponenti del governo, “senza ricevere obiezioni”. La persona che dirigerà il Ministero dell’Economia è particolarmente importante perché la sua nomina costituisce “un messaggio immediato di fiducia o di allarme per gli operatori economici e finanziari”. La scelta di non accettare Paolo Savona deriva da preoccupazioni di natura istituzionale e internazionale: non è opportuno paventare l’uscita dell’Italia dall’Euro (“un tema- ricorda Mattarella-che merita un adeguato approfondimento e che non è stato di primo piano nella recente campagna elettorale”) per via delle conseguenze che potrebbero esserci e dell’allarme già presente in investitori e risparmiatori. Diverso è invece “un atteggiamento vigoroso all’interno dell’Ue per cambiarla in meglio dal punto di vista italiano”.

Le reazioni

Il Movimento Cinque Stelle e Fratelli d’Italia invocano l’impeachment per il Presidente della Repubblica. Giorgia Meloni, in collegamento telefonico con Non è l’Arena di La 7, spiega che, a suo avviso, il Capo dello Stato si è spinto oltre le sue prerogative, probabilmente “subendo pressioni straniere”; pertanto Fratelli d’Italia intende “chiedere al Parlamento di mettere in stato d’accusa il Presidente della Repubblica per alto tradimento ai sensi dell’articolo 90 della Costituzione”. Luigi Di Maio, in un video in diretta sulla sua pagina Facebook, non cita esplicitamente, in un primo momento, la messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica, ma riconosce che lo scontro istituzionale in atto sia molto grave: “La scelta di Mattarella è incomprensibile”. L’esponente pentastellato precisa che nel ‘contratto’ di governo non è stata prevista l’eventuale uscita dall’Italia dall’Unione Europa, quanto piuttosto la modifica dei trattati e delle regole comunitarie. “Il punto non è un nome (il riferimento è a Paolo Savona, ndr) ma un modo di intendere d’Italia- aggiunge Di Maio- per noi L’Italia è sovrana”. Se anche due forze che insieme rappresentano “il 60% del consenso popolare” non riescono a formare un esecutivo “allora diciamo chiaramente che è inutile che andiamo a votare, tanto i governi li decidono le agenzie di rating”. Successivamente Di Maio è in collegamento telefonico con Fabio Fazio; in quest’occasione il leader del M5S annuncia che “occorre parlamentizzare questa crisi”, ricorrendo al già citato articolo 90, “in modo da evitare reazioni della popolazione”. Della stessa opinione anche Alessandro Di Battista, il quale interviene durante un comizio a Fiumicino.

post meloni

Matteo Salvini, nel corso di una diretta Facebook a Terni, esprime tutta la sua delusione ma si dichiara “più determinato di prima”. Non parla di impeachment, ma chiede nuove elezioni che “saranno un referendum tra l’Italia, e i diritti degli italiani, e chi da fuori vuole un paese servo”. Il Segretario del Carroccio è convinto che il paese “non sia libero e che abbia una sovranità limitata”. “La parola deve tornare a voi” conclude Salvini, convinto a chiedere un veloce ritorno alle urne. Una voce fuori dal coro è quella di Silvio Berlusconi: “Il Movimento 5 Stelle che parla di impeachment è, come sempre, irresponsabile. Forza Italia attende le determinazioni del capo dello Stato ma, ove necessario, sarà pronta al voto”. Maurizio Martina, Segretario reggente del Partito Democratico, condanna tramite Twitter Lega e M5S che “stanno utilizzando parole inaudite e minacce senza precedenti. Noi siamo pronti alla mobilitazione a difesa della democrazia e delle nostre istituzioni”. Martina riceve immediatamente il supporto di Matteo Renzi: “Minacciare Mattarella è indegno, non si scherza sulle istituzioni”. L’ex premier aggiunge che “Salvini non voleva governare, ha fatto promesse irrealizzabili, ha paura delle sue stesse bugie”.

Per la giornata di lunedì 28 maggio 2018 Carlo Cottarelli è stato convocato al Colle dal Capo dello Stato. L’ex Commissario alla Revisione della spesa pubblica nominato dal governo Letta nel 2013, ha lavorato a lungo presso il Fondo Monetario Internazionale. Attualmente è Direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano.