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Francesco Amato, chi è il ricercato del processo Aemilia?

Francesco Amato

Francesco Amato, pregiudicato, è stato condannato a 19 anni di carcere per associazione mafiosa nel processo Aemilia, ma lui si dice innocente.

Questa mattina, 5 novembre 2018, un uomo ha preso in ostaggio quattro dipendenti dell’ufficio postale di Pieve Modolena, armato di coltello. Si tratta di Francesco Amato, 55 anni, ed è uno dei 118 condannati in primo grado nel maxi processo Aemilia, quello sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta al Nord e in particolare a Reggio Emilia, dove a comandare sarebbe una cosca diretta emanazione della Grande Aracri di Cutro (Crotone).

Chi è Francesco Amato

Francesco Amato, originario di Rosarno (Reggio Calabria), fu arrestato nell’ambito dell’operazione “Aemilia” il 28 gennaio del 2015 e condannato a 19 anni e un mese di carcere con l’accusa di essere uno degli organizzatori dell’associazione ‘ndranghetistica. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, il 55enne era “costantemente in contatto con gli altri associati (e della famiglia Grande Aracri) in particolare per la commissione su richiesta di delitto di danneggiamento o minaccia a fini estorsivi, commettendo una serie di reati”.

Dopo la sentenza di primo grado emessa il 31 ottobre scorso, Francesco Amato si era reso irreperibile e per questo ricercato dalle forze dell’ordine. L’uomo non è nuovo a gesti eclatanti. All’inizio del processo il 55enne aveva infatti affisso un cartellone davanti al tribunale di Reggio Emilia, con scritte piene di invettive.

Amato si era poi autodenunciato come autore del cartellone, spiegando che conteneva anche “il nome dell’autore delle presunte minacce al presidente del tribunale di Reggio Emilia Cristina Beretti”. Per queste minacce sono state poi arrestate due persone. Il fratello di Francesco Amato riferisce che il sequestro organizzato oggi alle Poste sarebbe un’azione dimostrativa contro una condanna ingiusta, tanto che l’unica rivendicazione che il 55enne fa è quella di parlare con il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

“Ho commesso decine di furti, ho imputazione per porto abusivo di arma, non ho mai avuto a che fare con la droga perché lì duri un paio di anni poi ti prendono. – era stata infatti la testimonianza di Amato. – Non ho avuto contatti con nessuna delle altre persone qua al processo. Ho 55 anni, sono andato spesso in galera. Non ho mai avuto il 416bis in Calabria e adesso lo prendo a Reggio Emilia? Mi sembra impossibile”.