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Concordia, i destini dei suoi protagonisti a 9 anni dalla tragedia

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A sette anni dal naufragio della Concordia, i destini dei protagonisti del naufragio, mentre l’isola si appresta a commemorare le 32 vittime.

A 9 anni dalla tragedia della nave Costa Concordia, affondata nelle acque che circondano l’Isola del Giglio, trascinando a fondo le vite di 32 vittime innocenti, un reportage pubblicato da iltirreno Livorno racconta quali sono stati i destini dei protagonisti di questa pagina nera della cronaca italiana. Qualcuno si è lanciato in politica altri sono spariti dai radar mediatici. Intanto il comune toscano che fu teatro del naufragio si appresta a commemorare le persone scomparse: le vittime saranno ricordate con una messa, seguita dal lancio di una corona di alloro in mare ed una processione sul molo nella serata di domenica 13 gennaio 2019. Una distesa di sirene e campane risuoneranno alle 21.45, a ricordare l’orario di quel fatidico urto contro gli scogli.

Le prigioni di Schettino

Primo tra tutti Francesco Schettino, condannato a 16 anni in appello nel maggio del 2017. L’ex comandante sta scontando la sua condanna definitiva a Rebibbia, dove, riporta iltirreno, “studia legge e cerca di fare pratica sportiva”. Non potrà mai più risalire al comando di una nave. Ora l’ex ufficiale affida tutte le sue speranze ad un ultimo disperato tentativo di ricorso in Corte di Giustizia europea, per il quale i suoi avvocati attendono in questi giorni la data dell’udienza. Quanto agli uomini del suo equipaggio, hanno continuato le loro carriere marittime, certo, “magari in modo un po’ defilato”. Tutti eccetto il timoniere Jacob Rusli Bin, accusato da Schettino di aver equivocato i suoi comandi nei metri decisivi per rimediare alla rotta errata: le autorità lo rintracciarono nel Sud Est Asiatico ma poi non si presentò al processo dove era co-imputato.

L’ater ego Gregorio De Falco

L’ufficiale della capitaneria di porto di Livorno, passato alla storia per il severo richiamo all’ordine nei confronti di Schettino, si è dato alla politica. Di alcuni giorni fa la notizia della sua espulsione dal Movimento 5 Stelle, dove era stato eletto come senatore in Parlamento. Paventata carriera politica anche per Domnica Cemortan, la bionda moldava che era in plancia di comando al momento dell’incidente. Per ora la donna è attiva solo sui social network, dove alterna post polemici contro la burocrazia ad autoritratti sorridenti. Agli atti del processo risulta aver percepito un risarcimento di 30mila euro come parte offesa. Silenziosi i parenti delle vittime che, fa sapere il quotidiano, non parteciperanno alle commemorazioni dei gigliesi.