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Pamela Mastropietro: "Oseghale ha iniziato a farla a pezzi da viva"

Pamela Mastropietro

Prosegue il processo sull'omicidio di Pamela Mastropietro. Il supertestimone riferisce in aula le confidenze ricevute da Oseghale in carcere.

Nel corso della seconda udienza del processo per l’omicidio di Pamela Mastropietro viene ascoltato il supertestimone Vincenzo Marino, che avrebbe raccolto le confidenze di Innocent Oseghale in carcere. La 18enne è stata uccisa a Macerata il 30 gennaio 2018. Il nigeriano continua a dirsi innocente ma tra il luglio e l’agosto 2018 il collaboratore di giustizia siciliano è stato detenuto ad Ascoli insieme al presunto assassino.

Le confidenze di Oseghale

Già nel settembre 2018 Vincenzo Marino raccontò agli inquirenti di come Oseghale avrebbe inferto “la prima coltellata” quando Pamela Mastropietro “voleva scappare” e “la seconda dopo aver iniziato a farla a pezzi, perché si sarebbe accorto che era ancora viva“. Particolari ancor più inquietanti trapelano dall’udienza davanti alla Corte di Assise di Macerata, che ha ascoltato il racconto del supertestimone.

“Sono andati a comprare una siringa e sono andati a casa, Oseghale, Desmond Lucky, la ragazza per consumare un rapporto a tre perché Desmond Lucky e Oseghale volevano stare con la ragazza” avrebbe riferito il pentito siciliano, come riporta leggo.it. “Mi raccontò che – prosegue – la ragazza si era fatta di roba, Desmond si avvicinò per approcciarla e la ragazza lo respinse, Desmond Lucky gli diede uno schiaffo e la ragazza cadde a terra e svenne”.

“Poi Desmond Lucky se ne andò, Oseghale tentò di rianimarla con acqua sulla faccia per farla riprendere, lei si riprese. Oseghale l’ha spogliata, era sveglia ma aveva gli occhi girati all’insù e hanno avuto un rapporto sessuale completo” sostiene quindi Marino.

I particolari più macabri

“Poi la ragazza voleva andare via a casa a Roma perché aveva il treno, disse che altrimenti l’avrebbe denunciato. – aggiunge ancora il supertestimone – Ebbero una colluttazione, si sono spinti, Oseghale le diede una coltellata all’altezza del fegato e Pamela cadde a terra”.

“Pensando che dopo averla accoltellata Pamela fosse morta, Oseghale mi raccontò che andò ai giardini Diaz per chiedere, invano, l’aiuto a un connazionale poi tornò a casa, convinto che la ragazza fosse morta la squartò iniziando dal piede” rivela quindi Vincenzo Marino. “La ragazza iniziò a muoversi e lamentarsi e gli diede una seconda coltellata” rivela quindi.

Il pentito riferisce quindi che il nigeriano dopo aver fatto a pezzi Pamela Mastropietro l’avrebbe “lavata con la varechina perché così non si sarebbe saputo se era morta di overdose o assassinata”. Oseghale poi gli avrebbe detto che “aveva un sacco in frigo dove mettere i pezzi, ma che non ci andavano e che l’ha dovuta tagliare e mettere in due valigie“.

Sul perché poi avrebbe abbandonato le due valige sul bordo di una strada, Marino spiega che dopo aver chiamato il taxi “la moglie” di Oseghale avrebbe cominciato a chiamarlo e così sarebbe “andato nel panico”.