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Insegnante incinta dell'alunno, il marito: "Lasciateci il bambino"

Prato, marito dell'insegnante vuole tenere il bambino

Il marito ha ammesso: "Sapevo tutto, ma lo sento ancora mio". La Procura ha chiesto di poter interrogare il ragazzo.

Continuano le indagini della Procura di Prato nel caso della professoressa rimasta incinta del suo alunno quando questi aveva solo 13 anni. Le forze dell’ordine hanno ascoltato anche il marito dell’insegnante, si apprende da Fanpage. La coppia ha già un figlio di 7 anni e, dal punto di vista legale anche se non biologico, è lui il padre del bambino venuto alla luce sette mesi fa. L’uomo ha dichiarato di sentire un forte legame con il neonato e di non volersene separare, riporta La Nazione: “Non voglio perderlo, lo sento ancora mio”.

Il marito: “Sapevo tutto”

Sembra inoltre che l’uomo fosse da tempo a conoscenza della reale paternità del bimbo, ma non aveva mai voluto per questo abbandonare la compagna. Proprio la donna, che lavora come operatrice socio-sanitaria e dà lezioni private di inglese, aveva raccontato tutto ai familiari. “I miei e mio marito sanno già tutto, tu puoi dire quello che vuoi”: è il contenuto di un messaggio inviato prima che la vicenda arrivasse nelle aule di tribunale e sulle pagine della cronaca nazionale.

Le parole dell’esperto

Luciano Trovato, presidente del Tribunale dei minori di Firenze, ha sottolineato che “l’attribuzione della paternità è automatica ed eventualmente per disconoscere il figlio deve essere intrapresa un’azione legale. Oltretutto, come regola generale, un minore che ha meno di 16 anni non può riconoscere un figlio, salvo autorizzazione. In questo caso, il minore deve essere rappresentato da un genitore e autorizzato al riconoscimento. Poi si avvia un procedimento e un eventuale riconoscimento della paternità. Ma in questo caso ci sono due blocchi giuridici: l’età inferiore ai 16 anni e l’esistenza di un altro padre, quello giuridico”, ovvero il marito della donna.

Le indagini

Proprio l’alunno, padre biologico del bambino, potrebbe essere ascoltato dagli inquirenti in un’audizione protetta con modalità di incidente probatorio. È quanto richiesto dalla Procura di Prato, al fine di capire l’esatta età del giovane al momento dei rapporti sessuali. Il responso determinerà la gravità della pena a cui la donna potrebbe essere condannata. Nel caso in cui il primo rapporto risalga a quando il ragazzo aveva 13 anni, l’insegnante sarà accusata di violenza sessuale. In caso di un’età superiore ai 14 anni, il reato è invece di atto sessuale con minore, che prevede pene più leggere.