La Mare Ionio, la nave della Ong Mediterranea battente bandiera italiana che ha soccorso 49 migranti su un gommone davanti alle coste della Libia, è ferma a un miglio e mezzo dall’isola di Lampedusa. La notizia è stata riportata dall’Ansa. L’imbarcazione è circondata da due motovedette della Guardia di Finanza e da una della Guardia Costiera. La Ong ha chiesto alle autorità italiane di poter far sbarcare i naufraghi in un porto sicuro, prima di dirigersi verso Lampedusa, ma al momento la nave non ha ricevuto l’autorizzazione allo sbarco.
Migranti al largo di Lampedusa
A bordo della nave della Ong si trovano 49 migranti, di cui 12 minori e un uomo in grave condizioni di salute. Sull’imbarcazione sono presenti anche 10 membri dell’equipaggio del progetto Mediterranea. I naufraghi sono stati soccorsi a circa 10 miglia di Lampedusa e sono arrivati davanti alle coste dell’isola siciliana alle ore 7.30, riferisce Repubblica. Poco più di mezz’ora dopo, è stata inviata una motovedetta della Guardia di Finanza, i cui uomini sono saliti sull’imbarcazione. La Gdf, riferisce un giornalista di Repubblica a bordo, ha comunicato via radio il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane.
Mediterranea #SavingHumans ha soccorso, a 42 miglia dalle coste libiche, 49 persone che si trovavano a bordo di un gommone in avaria che imbarcava acqua. (Foto: Francesco Malingri) pic.twitter.com/WMQkQKvSk3
— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) 18 marzo 2019
“Siamo in pericolo di vita”
Luca Casarini, a capo della missione, ha giustificato così la trasgressione dell’ordine di non avanzare: “Abbiamo fatto presente che siamo in una situazione di emergenza con onde alte tre metri e 50 naufraghi a bordo oltre l’equipaggio. Dobbiamo mettere in sicurezza la vita delle persone, per questo stiamo andando verso l’isola di Lampedusa”. All’ordine via radio della Gdf, il capitano della Mare Ionio ha risposto: “Non possiamo arrestare nessuna macchina, qui siamo in pericolo di vita. Ci sono tre metri di onde, siamo in condizioni di pericolo di vita”.
Il dottor Guido Di Stefano ha descritto una situazione critica a bordo: “I naufraghi continuano a vomitare nonostante le medicine e ho difficoltà a farli uscire per andare al bagno, perché è troppo pericoloso“.