Un caso di violenza contro le donne che ha dell’assurdo. Un uomo, 33enne di origine albanese, picchiava selvaggiamente la moglie per futili motivi da molti anni. Anzi, qualsiasi futile motivo: un dolce non abbastanza gustoso, il rifiuto di lavargli i piedi, una telefonata non autorizzata, una piastrella rotta dal figlio piccolo, l’esposizione di una fotografia piuttosto che un’altra. Bastava una di queste motivazioni e l’uomo iniziava a malmenare la moglie.
Le botte e i litigi andavano avanti da molto tempo ed erano sia verbali che ovviamente fisiche. Schiaffi, offese, calci, pugni, violenze sessuali, rapporti non desiderati ottenuti solo per “prevaricazione fisica e psicologica sulla moglie convivente”. E questo accadeva anche quando la donna era incinta, indipendetemente se l’uomo fosse ubriaco o sobrio. Niente sembrava placare la rabbia dell’uomo.
Ipotesi di reato molto pesanti
Secondo quanto riportato dal sito Caffeinamagazine.it, la donna ha finalmente trovato il coraggio di denunciare l’uomo e mettere fine all’inferno in cui era costretta a vivere. Il pubblico ministero del Tribunale di Rovigo Sabrina Duò di fronte al giudice per le udienze preliminari Pietro Mondaini ha richiesto il rinvio a giudizio per “Maltrattamenti contro familiari o conviventi con l’aggravante della continuazione del reato e della presenza del figlio minore”.
Il processo si aprirà il prossimo 12 dicembre. Le ipotesi di reato contro il 33enne sono di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e lesioni personali. il caso ricorda molto da vicino una situazione di qualche anno fa. Stando al sito caffeinamagazine.it un 30enne albanese era stato condannato dal tribunale di Rovigo a 3 anni e 4 mesi di reclusione per maltrattamenti. L’uomo era violento e possessivo: la compagna non poteva uscire di casa, parlare al telefono con i familiari o avere amicizie.