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Rosario Greco, chi è il pirata della strada che ha travolto i due bambini a Vittoria

Rosario Greco chi è

Rosario Greco, al volante di un Suv, ha travolto due cugini a Vittoria: un bambino è morto sul colpo, l'altro ha perso le gambe.

È stato arrestato con l’accusa di omicidio stradale aggravato dal consumo di alcol e droga. In poche ore la polizia è risalita a chi è il guidatore del Suv che a Vittoria ha travolto due cuginetti di 11 e 12 anni: si tratta di Rosario Greco, il 37enne figlio del “re degli imballaggi” Elio Greco. Quello dell’imprenditore è un nome ben noto tra le aule del Tribunale di Catania, che a gennaio ha sequestrato beni appartenenti alla famiglia per un valore complessivo di 35 milioni di euro.

Chi è Rosario Greco

La magistratura sa bene, da tempo, chi è il padre di Rosario Greco. Un uomo che ha esordito nel mondo della criminalità come rapinatore di banche e, dopo essere sparito dal radar del fisco tra il 1987 e il 1999, ha conosciuto una crescita esponenziale dei beni nel nuovo millennio. A dirlo sono le 36 pagine del decreto di sequestro redatte nel mese di gennaio, dopo l’ingresso di Elio Greco nel settore degli imballaggi che vengono utilizzati per avvolgere i prodotti ortofrutticoli, vera locomotiva dell’economia della zona. Ma dietro al successo della famiglia Greco c’è molto altro. L’imprenditore di Vittoria ha un passato da affiliato al clan Dominante-Carbonaro ed è considerato vicino alla famiglia Rinzivillo, noti esponenti della mafia di Gela.

In auto altri due pregiudicati

È suo figlio l’uomo che, al volante del Suv dopo aver consumato cocaina e con un tasso alcolemico quattro volte superiore a quello consentito dalla legge, ha messo fine alla vita del piccolo Alessio. Suo cugino Simone ha perso le gambe, amputate dopo un disperato tentativo di salvarle da parte dei medici. Insieme a Rosario Greco, a bordo del veicolo si trovavano anche Angelo Ventura e Alfredo Sortino, entrambi pregiudicati. Il primo, soprannominato U checcu, è il noto figlio del boss Giambattista, condannato per minacce al giornalista Paolo Borrometi. “Quando sarà fatta giustizia?”, si chiedono i genitori del bambino morto. “Due giorni e butteranno fuori l’assassino. Quell’uomo deve marcire in galera“.